LA GARA
Proteste Pro-Pal, la Tre Valli pedala verso la sicurezza
Al lavoro per assicurare la sicurezza della corsa del 7 ottobre

Transenne divelte, fumogeni, irruzioni sulla strade dove dovrebbe passare un evento sportivo tra i più importanti al mondo. Questo lo scenario domenica a Madrid dove avrebbe dovuto svolgersi la tappa finale della Vuelta di Spagna. Molti tra i sostenitori della causa palestinese gridavano: “No Pasaran!”e la loro protesta è stata vincente. La presenza in corsa della formazione Israel Premier Tech è stata forse solo un pretesto per innescare un comportamento irresponsabile da parte dei contestatori. Situazione difficile in particolare nei pressi della stazione di Atocha, al Prado e lungo la Gran Via, sede di arrivo. «Questa Vuelta la vince la Palestina» è stato uno dei cori più frequenti. Ci sono state proteste anche in una gara ciclistica in Canada, ma non così eclatanti, il tutto a venti giorni dalla disputa della Tre Valli Varesine.
«NON SOTTOVALUTIAMO»
«La Israel Premier Tech è stata invitata alla nostra corsa - spiega Renzo Oldani - e non penso ci saranno delle problematiche. Naturalmente quello che è successo in Spagna non è una situazione da sottovalutare. Nella nostra corsa la sicurezza è sempre al primo posto grazie alla grande e qualificata collaborazione con Prefettura e Questura che ha sempre portato a dei risultati eccellenti. Nei prossimi giorni avremo un tavolo tecnico e più incontri con le Forze dell’Ordine per pianificare ogni dettaglio».
COLPITI I LAVORATORI
Il presidente della Società Ciclistica Alfredo Binda continua: « Quello che è successo a Madrid è grave. Sono stati colpiti dei lavoratori come i ciclisti professionisti, gli organizzatori e anche tutti coloro che sono appassionati di sport. Tanti hanno avuto anche un notevole danno economico. A questo non si pensa». C’è però un fattore fondamentale alla base di tutto: «In Spagna c’è una situazione politica particolare riguardate l’argomento in questione, non c’è compattezza, anzi da quanto si evince la sospensione della corsa per una certa fazione politica è stato un successo. In Italia la situazione è completamente diversa, è questo da un certo punto di vista mi rasserena. Ci potrebbe poi anche essere qualche gesto singolo, ma non così organizzato come a Madrid».
LO SPORT UNISCE
Oldani continua: «Come spesso affermo, anche per esperienze personali da atleta e organizzatore, lo sport unisce e non crea divisioni. Certo il ciclismo è molto esposto, facile da colpire. Una protesta in una gara ciclistica è equiparabile ad un blocco per impedire di entrare in una fabbrica a dei lavoratori. Tutti hanno il diritto di protestare, ma ritengo non in un modo che influenzi o comprometta altre persone o una competizione come è accaduto domenica». Tra qualche giorno Varese si vestirà con i colori della Tre Valli Varesine, nel frattempo sul balcone di Palazzo Estense, proprio all’altezza di via Sacco dove verrà posizionato l’arrivo della corsa, è stata esposta una bandiera della Palestina.
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