PROBLEMI E POLEMICHE
Treni e disagi: Trenord si difende, pendolari inferociti
L’azienda invia una lettera agli abbonati e attacca i critici. Reazioni furibonde

“Duemila treni e meno 40% di clienti, questi sono i veri numeri di Trenord.” Con questo titolo polemico Trenord ha inviato una lettera ai sui abbonati che da mesi criticano i disservizi (treni cancellati, ritardi ecc.) della linea Milano-Domodossola e delle altre linee lombarde ed in genere della Lombardia. Pur ammettendo disservizi a causa delle assenze causa Covid del personale, Trenord attacca chi critica. La lettera ha provocato reazioni inferocite, a portire da quelle dei pendolari che si sono sfogati sui social e che in precedenza avevano segnalato ripetutamente disagi e criticità.
LA LETTERA
Scrive Paolo Garavaglia, direttore della Comunicazione: «Nei confronti di Trenord sono state usate espressioni violente come “disastro, incubo, degrado, punizione”. Abbiamo sempre rispettato le opinioni di tutti, ma davanti a tanta accanita disinformazione, crediamo doveroso rivolgerci direttamente a voi, clienti e viaggiatori, per darvi i dati reali di quanto accaduto ed offrirvi le corrette spiegazioni. Per Trenord lavorano 2250 tra macchinisti e capitreno che, in periodi normali, permettono di effettuare circa 2200 treni al giorno nei giorni feriali, 1900 il sabato e 1600 nei festivi per 365 giorni l’anno. Prima del picco pandemico, e cioè in condizioni di normalità, tra il personale viaggiante si registravano mediamente 130/150 assenze al giorno, all’inasprirsi dei contagi le assenze sono raddoppiate fino a raggiungere quota 300, con 150/170 ferrovieri indisponibili per contagio/quarantene. Trenord che, come ogni azienda, è ovviamente strutturata per poter assorbire fino un certo numero di assenze, si è invece trovata a fare i conti con punte del 15%. Impensabile avere riserve di personale in grado di coprire un tale gap. Nonostante la pandemia, nel 2021 Trenord ha formato e assunto 59 capitreno e 65 macchinisti. Tra il 2022 e il primo semestre 2023 saranno effettuate 280 assunzioni nel personale viaggiante, circa il 13% dell’attuale forza lavoro. E a chi sostiene che la soluzione a ogni problema sono solo le assunzioni - cioè più persone -, ci permettiamo di ricordare che esiste anche un problema di produttività, che richiede di essere puntigliosamente affrontato con la collaborazione del sindacato.”
CONTRAZIONE DEI CLIENTI
Ora però i lavoratori che si lamentano sono pochi, dato che i clienti sono diminuiti…: «L’impennata dei contagi ha contratto drasticamente la domanda di trasporto. Oggi i viaggiatori giornalieri raggiungono a stento i 375mila, ben lontani dagli 800mila pre-Covid. Trenord offre ogni giorno circa 2000 treni (erano 1800 durante le festività natalizie) e oltre 950mila sedili “circolanti”: un’offerta che soddisfa ampiamente la domanda. Non risultano criticità neppure sul fronte degli assembramenti: nessun treno ha mai raggiunto riempimenti oltre il livello dell’80% prescritto dalle disposizioni anti-Covid».
DISAGI RECENTI
Trenord fa il punto sui recenti disagi: «L’offerta di treni, a causa dei contagi, è stata ridotta del 12% durante le festività natalizie e del 10% durante il mese di gennaio. I più disinformati hanno scritto che in nessun’altra Regione le corse sono state ridotte come in Lombardia. Ciò è falso. Quelle a noi più vicine hanno tagliato il servizio tra il 9% dell’Emilia Romagna e il 17% della Liguria, passando per l’11% del Piemonte e il 12% del Veneto. A livello nazionale spicca il taglio del 29% del servizio nelle Marche. In Lombardia, dunque, è accaduto quello che è successo in tutta Italia e, in ogni caso, nel fare il confronto, è opportuno ricordare che nessuna regione italiana (e del sud Europa) può vantare i volumi produttivi di Trenord. Nella sola Lombardia, Trenord effettua il 32,4% dell’intera produzione ferroviaria nazionale».
C’è stato, infine, chi ha reclamato il ritorno alla produzione del 2018, quando circolavano oltre 2300 treni al giorno. Per Trenord è impossibile, in Lombardia le infrastrutture sono sature, i binari non possono reggere tanto traffico ferroviario. Il 53% delle linee lombarde è a binario unico, come fossero strade a senso alternato. La Lombardia ha un deficit infrastrutturale rispetto alle potenzialità della domanda. Sui binari regionali, in particolare, nel nodo di Milano, oltre a Trenord, circolano l’Alta Velocità, la lunga percorrenza anche internazionale e le merci. Rivendicare ancora più treni è velleitario: la capacità del sistema non è infinita, come qualche sedicente rappresentate dei viaggiatori vorrebbe far credere. Ne è prova la puntualità che Trenord ha raggiunto nei mesi in cui i treni Alta Velocità sono stati ridotti in modo significativo: è migliorata di 7-8 punti percentuali».
TRENI IN RITARDO O SOPPRESSI
Treni più in ritardo o soppressi ? Per Trenord non è vero. «Nel 2018 solo il 78% dei treni arrivò puntuale; nel 2019 furono l’80%; nel 2021 l’84%. Le soppressioni sono passate da una media di 102 al giorno del 2018 a 63 del 2021 di cui soltanto 26 per cause attribuibili a Trenord. E certamente non siamo in presenza di nessun “degrado, incubo, disastro». Trenord ricorda: “Tra il 2020 e il 2021 inoltre sono entrati in servizio i primi 39 treni dei 222 acquistati da Regione Lombardia. Nel 2022 è previsto l’ingresso in servizio di altri 57 nuovi treni: 96 treni, tanti. Ne devono arrivare da qui al 2024 altri 126, per consentire il rinnovo di circa metà della flotta di Trenord. Si tratta del più grande programma di rinnovo mai realizzato». Trenord conclude polemicamente: «Continueremo sulla strada del miglioramento, mentre qualcuno si ostinerà a sostenere che Trenord non è stata neppure capace di prevedere la pandemia. Vedremo di attrezzarci anche per questo, ma non possiamo prometterlo».
REAZIONI
Una lettera che ha suscitato risentite reazioni. Samuele Astuti, consigliere regionale del PD, ha parlato di «arroganza del potere di fronte ai numeri disastrosi». I giovani Dem lombardi hanno stilato un’altra lettera ironica, parodia di quella ufficiale che inizia “gentili utenti, troppo poveri per permettervi il Suv” e si chiude:” mi raccomando continuate a pagare il biglietto”. Inferociti i commenti dei pendolari sui social e anche dei lavoratori dei sindacati.
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