VANDALISMI
Varese, affresco sfregiato al belvedere
Imbrattata la parete dedicata a San Francesco. Chieste le telecamere

«Dove è offesa, ch’io porti il perdono», diceva San Francesco. Di certo, però, il patrono d’Italia faticherebbe a perdonare chi ha sciaguratamente imbrattato la parete dedicata al santo di Assisi sul belvedere Stefano de Bortoli di San Fermo.
Qui, infatti, di fronte al Santuario dei Santi Fermo e Rustico, fra via Oslavia e via Aquileia e con vista su Varese e il Monte Rosa, si trova un muro che ospita due opere di e su San Francesco: innanzitutto è stato vergato il suo celebre Cantico delle Creature e poi si può trovare una pittura che descrive proprio quel testo poetico e dove, il saio, la luna e il sole si abbracciano, creando un’unione suggestiva e profonda.
Peccato che, tutt’attorno, il muro sia imbrattato di ogni tipo di scritta che non c’entra niente, con calligrafie degne della più classica zampa di gallina. Insomma: una serie di obbrobri dove, come se non bastassero i ghirigori più piccoli, spicca a caratteri cubitali la scritta “San Fermo regna”. Probabilmente un messaggio autobiografico, pensando come nella mente del vandalo regni nient’altro che l’ignoranza.
Il problema si trascina da anni: si pulisce e poi, i vandali tornano a imbrattare. Il problema è che, tra poco si terrà la festa “Rassegna d’arte Penasca di San Fermo un borgo da riscoprire” e, quindi, gli organizzatori degli Amici di San Fermo sono irritati dal fatto che i visitatori si troveranno davanti anche questa roba immonda: «Se non si porrà rimedio entro il 3-4 settembre – dice Patrizia Bonacina, presidente del Gruppo culturale “Amici di San Fermo” – chi verrà alla nostra manifestazione si troverà davanti questo disastro. La soluzione, oltre alla pulizia che abbiamo già compiuto un paio di volte negli ultimi anni, sarebbe il posizionamento di una telecamera: abbiamo anche raccolto molto firme, chiedendo al Comune un intervento in tal senso, ma non c’è stato niente da fare. E così, settimana dopo settimana, aumentano i pasticci con vista sul belvedere».
Inoltre Bonacina chiede di installare nuovamente «i quattro paletti sul belvedere che impedivano la sosta delle auto. Prima li avevano messi, poi tolti inspiegabilmente con una fresa, quando bastava aprire il lucchetto che li fermava a terra o tagliare la catenella. Ora andrebbero riposizionati perché, lì, adesso ci sono quattro buchi».
Tra l’altro la zona di Penasca è oggetto di un percorso di recupero che riguarda via Aquileia, vale a dire il percorso di trecento metri che sbuca al santuario, con la sistemazione della rizzata e dei gradoni.
E, sempre il Gruppo culturale “Amici di San Fermo” ha recentemente sistemato la stradina che porta dal lavatoio, liberandola dalla vegetazione che la rendeva inagibile.
Infine la Comunità pastorale Beato Samuele Marzorati, a cui appartiene la parrocchia del luogo, ha restaurato la chiesa antica di San Fermo, risalente al Cinquecento. Opere meritorie che, purtroppo, debbono fare i conti pure con lo sfregio a San Francesco e al belvedere.
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