AGGRESSIONE A SAN FERMO
Varese, Jacopo de iPantellas: «Nessuno mi ha aiutato»
In un video l’appello ai followers: «La violenza non è una cosa figa»

Non solo rassicurare sulle sue condizioni fisiche e raccontare come siano andate le cose, ma anche lanciare un messaggio ai milioni di giovani che li seguono sui loro canali social: «La violenza non è mai una cosa figa». A pochi giorni dalla brutale aggressione, avvenuta la sera di giovedì 17 novembre nel rione varesino di San Fermo, Jacopo Malnati ha pubblicato un video su TicToc – affiancato dal “socio” Daniel Marangiolo, con cui forma il duo comico de iPantellas – riferito proprio a quei momenti da incubo. «Grazie di cuore per i messaggi di affetto, ci ha fatto tantissimo piacere sentire la vostra vicinanza», ha esordito il 32enne di Sumirago, rivolgendosi ai followers.
IL RACCONTO DELL’INCUBO
Poi, il racconto: «Quella sera sono andato a cena da mia nonna, come succede ogni dieci giorni – spiega Jacopo, con lo sguardo basso e i capelli a coprire le ferite sulla fronte -. Poi verso le 22.20 sono sceso in strada e sono salito in auto: non sono partito subito perché stavo rispondendo a un messaggio di Dan. In quel momento ho sentito un colpo sul vetro del passeggero, mi sono voltato e ho visto un ragazzo che batteva con le mani, come per salutarmi».
Ma le cose non stavano proprio così e stava per scoprirlo a sue spese: «La portiera del lato guidare si è subito aperta, mi sono girato e mi sono trovato una pistola puntata alla testa, con quest’altro ragazzo che mi ha chiesto di consegnare tutto quello che avevo. Io a quel punto sono rimasto pietrificato e il ragazzo non mi ha dato modo di reagire, ma entrambi mi hanno aggredito all’interno dell’auto, con l’intento di derubarmi. Non riuscivano a prendermi gli oggetti e uno dei due si è molto innervosito della cosa, e ha iniziato a dire “ti ammazzo”, “ti faccio fuori” e ha cominciato a strangolarmi».
IL GESTO DISPERATO
«Sono arrivato a un punto che non avevo più fiato, però con la mano destra sono riuscito a spingere il clacson nella speranza di avvertire il vicinato. Nessuno ha però notato il mio tentativo – prosegue Malnati -. I due però si sono molto agitati e quindi hanno discusso tra loro. Io nel frattempo sono scivolato giù dall’auto. Rialzandomi, il ragazzo con la pistola mi ha colpito con il calcio due o tre volte in testa. Io sono riuscito a rimanere in piedi e loro sono scappati insultandomi».
LE INDAGINI
Il giovane è poi corso a casa della nonna e ha chiesto aiuti, innescando le indagini della Squadra Mobile della Questura: al momento i due giovani aggressori sono stati ancora individuati ma le indagini proseguono senza sosta.
«Non ho riportato lesioni, fisicamente sto abbastanza bene, però sento ancora danni psicologici – conclude Jacopo -: oltre a sentirmi poco sicuro e ad avere la paura di tornare alla vita normale, ho ancora confusione in testa, mi sento vuoto. Ma spero di poter recuperare presto».
L’APPELLO
Infine, a chiusura del video da quasi nove minuti, che ha già registrato oltre 6 milioni di visualizzazioni e 17mila commenti, le parole dell’amico Daniel: «La cronaca dice che non si tratta di casi isolati. Possiamo dire che ci sono modelli culturali sbagliati o tante altre cose, ma la cosa su cui ci sentiamo di riflettere è soltanto una: la violenza non è mai una cosa figa e speriamo di non essere gli unici a pensarlo».
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