L’EVENTO
Varese, all’Insubria due giornate dedicate alle donne
Il convegno per celebrare l’8 marzo. Quattro sessioni sul rapporto tra femminismo, arti visive, architettura e attivismo
«Donna, arte e società: pratiche estetiche femministe dalla metà dell’Ottocento ad oggi» è il titolo del convegno internazionale proposto dall’Università dell’Insubria il 7 e 8 marzo nell’ambito delle iniziative per la Giornata internazionale della donna 2024. A cura di Laura Facchin e Massimiliano Ferrario del Crisac, il Centro di ricerca dell’ateneo sulla Storia dell’arte contemporanea, le due giornate di studio saranno ospitate nella sede varesina di Villa Toeplitz, dove sono attesi oltre trenta relatori, sia studiosi provenienti da realtà universitarie e museali italiane ed estere, sia artisti direttamente impegnati nel dibattito.
L’evento si pone a conclusione della mostra «Il Gruppo Immagine. Una storia di attivismo femminista da Varese alla Biennale di Venezia», inaugurata lo scorso 15 novembre negli spazi del rettorato per celebrare i cinquant’anni dalla costituzione del collettivo varesino. Fondato nel 1974 da Milli Gandini, Mariuccia Secol e Mirella Tognola, e poi ampliatosi con le adesioni di Mariagrazia Sironi, Silvia Cibaldi e Clemen Parrocchetti, il Gruppo Immagine si impegnò sul doppio fronte della militanza civile e della riflessione artistica, con l’obiettivo di ridefinire il ruolo della donna a partire dalle istanze connesse al lavoro, alla famiglia e alla maternità, interpretate secondo una prospettiva separatista e antipatriarcale, che rifiuta ogni forma di autoritarismo, sfruttamento e ricatto di genere.
«La due giorni di studi che omaggia, nelle parole chiave a inizio del titolo, il paradigmatico primo convegno nazionale Donna Arte Società, organizzato, il 14 e 15 gennaio 1978 a Milano, al Centro Internazionale di Brera - precisa Massimiliano Ferrario, docente di Storia dell’arte contemporanea e direttore del Crisac - si pone quale obiettivo primario quello d’indagare, da un punto di vista interdisciplinare, la dialettica fra passione creativa nell’ambito delle arti visive e performative e militanza in favore di diritti e libertà civili».
«Il ricco programma - commenta Laura Facchin, docente di Storia sociale dell’arte - è articolato in quattro sessioni che illustrano altrettante fasi tematico-cronologiche del rapporto tra femminismo, arti visive, architettura e attivismo: il femminismo classico, dall’emancipazionismo ottocentesco alla Prima guerra mondiale; il periodo compreso fra i due conflitti bellici e le reazioni al modello femminile patriarcale; i neofemminismi degli anni Sessanta e Settanta; l’eredità e i nuovi linguaggi a confronto, dagli anni Ottanta al presente».
La giornata del 7 marzo si apre alle 9.30 con i saluti delle autorità e la prolusione dei curatori e prosegue con la sessione intitolata «Il femminismo classico, dall’emancipazionismo ottocentesco alla prima guerra mondiale» presieduta da Laura Facchin, dalle 10 alle 13:30. La sessione del pomeriggio, dalle 15 alle 18, è dedicata ad «Arti e femminismo tra le due guerre mondiali: reazioni al modello femminile e patriarcale e aperture sul secondo Novecento» e presieduta da Andrea Spiriti, professore di Storia dell’arte moderna dell’Insubria. Al termine, alle 18, ci si sposta nella sede del rettorato, in via Ravasi, per una visita guidata della mostra «Il Gruppo Immagine. Una storia di artivismo femminista da Varese alla Biennale di Venezia».
La giornata dell’8 marzo inizia alle ore 9.30 con la prolusione della professoressa Barbara Pozzo, delegata del rettore per l’Uguaglianza di genere e le pari opportunità e Cattedra Unesco «Gender equality and women’s rigths in the multicultural society», che parlerà di «Accesso delle donne alle carriere artistiche tra disciplina e pregiudizi». La sessione del mattino, dalle 10 alle 12:30, è intitolata «I neofemminismi degli anni Sessanta e Settanta fra separatismo e differenza di genere» e presieduta da Francesca Pola dell’Università Vita-Salute San Raffaele. Il tema del pomeriggio, dalle 14:30 alle 17:45, è «Eredità e nuovi linguaggi a confronto: dagli anni Ottanta al presente», presiede Massimiliano Ferrario.
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