IL CASO
Maltrattò i bambini, a giudizio
Ex insegnante del «Villaggio del fanciullo» nei guai. Assolti i vertici della struttura

Percosse, schiaffi, urla, umiliazioni e ripetute vessazioni fisiche e psicologiche nei confronti di cinque bambini e ragazzini ospiti della comunità, tanto da creare un clima di terrore.
Questa l’accusa che è costata il rinvio a giudizio, per il reato di maltrattamenti, a una ex educatrice del Villaggio del fanciullo di Morosolo. L’ennesima vicenda di presunti maltrattamenti di minori risale al 2017 e ha portato nelle aule del Tribunale anche l’ex direttore e altre due professioniste della struttura, così come i vertici della cooperativa sociale, tutti imputati di omessa denuncia da parte di un incaricato di pubblico servizio. E tutti assolti (o prosciolti, a seconda del rito scelto) al termine dell’udienza di ieri mattina davanti al gup Andrea Crema.
Per l’allora presidente e le due vicepresidenti della comunità d’accoglienza per minori e mamme con bambini (che ospita una cinquantina di persone), anche il pubblico ministero Roberta Amadeo aveva chiesto l’assoluzione nel corso del giudizio abbreviato. Così come per la psicologa e l’altra educatrice che si ritrovarono indagate per non aver denunciato gli episodi alle autorità, o comunque per averlo fatto troppo tardi. Solo per l’ex direttore e per l’educatrice imputata di maltrattamenti, Serafina Solimeno, era stato chiesto il rinvio a giudizio.
Che è stato disposto soltanto per quest’ultima: il processo comincerà il 12 gennaio del 2021. Un dibattimento durante il quale - ha sottolineato l’avvocato Paola Resca - l’imputata è decisa a dimostrare che si tratta di «accuse infondate».
In aula, tra quattro mesi, ci saranno anche i legali delle parti civili: Monica Bonessa per lo stesso Villaggio del fanciullo, Fabio Margarini per le vittime dei presunti maltrattamenti.
Per conoscere le motivazioni della sentenza bisognerà attendere trenta giorni. Oltre a sollevare la questione se dipendenti e amministratori di una cooperativa sociale possano essere considerati “incaricati di pubblico servizio”, i difensori hanno sottolineato come, a loro dire, la vicenda non sia stata tenuta nascosta. Venuti a conoscenza delle voci che giravano sul comportamento dell’educatrice - e su alcuni episodi di presunte molestie da parte dell’ex direttore (fascicolo poi archiviato), difeso dall’avvocato Simone Faccio -, i vertici lo licenziarono, mentre la Solimeno presentò le dimissioni volontarie.
Poi si rivolsero alla magistratura. La sentenza - evidenzia l’avvocato Bonessa - è «la conferma formale e definitiva che gli organi apicali del Villaggio abbiano ancora una volta dimostrato di saper perseguire e tutelare il benessere dei loro ospiti. Rimanendo una realtà accogliente e sicura, nonché un punto di riferimento per minori e famiglie».
Il capo d’imputazione parla di botte e violenze psicologiche che avrebbero portato cinque bambini (tra i 4 e i 13 anni all’epoca dei fatti) a vivere in un clima di terrore. Per punizione, magari perché si era fatto la pipì addosso, qualcuno sarebbe stato chiuso in camera al buio oppure lasciato fuori dalla porta al freddo, in pieno inverno. Ad altri sarebbero stati sottratti i pupazzi preferiti oppure i regali che venivano inviati loro dalla mamma.
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