IL DOSSIER
Caserma Garibaldi: «Non l’avrei presa»
Il sindaco: fu un acquisto sbagliato. Ieri su Facebook la prima pubblicazione dei documenti. Altre nove puntate in arrivo

Nessun documento riservato, nessun atto amministrativo riprodotto in versione integrale, ma ritagli del contratto d’acquisto ed estratti della delibera con cui il Consiglio comunale diede il via libera all’operazione.
La prima puntata del dossier-verità sulla ex caserma Garibaldi a dieci anni dal passaggio di proprietà dal Demanio al Comune non ha riservato colpi di scena se non una lapidaria dichiarazione del primo cittadino Davide Galimberti: «Mai e poi mai, se fossi stato sindaco all’epoca, avrei acquistato la caserma ed esposto i cittadini di Varese a un investimento tanto azzardato. Avrei investito quei quasi 2 milioni e mezzo di euro in riasfaltature e manutenzioni». E poi una domanda rivolta al popolo di Facebook: «Voi avreste fatto quell’affarone con i vincoli contenuti nel contratto?».
Un atto d’accusa rivolto senza troppi giri di parole al proprio predecessore, Attilio Fontana, con il quale tuttavia Galimberti sarà presto costretto a cercare un compromesso, se davvero - come ha dichiarato nelle scorse settimane - intende arrivare a una modifica dell’accordo di programma con la Regione e la Provincia per la sistemazione del comparto di piazza Repubblica.
Ieri intanto, attraverso la pagina social del Comune di Varese, sono stati ricordati alcuni punti fermi, noti agli amministratori varesini, fin da prima del passaggio di proprietà formalizzato il 23 giugno 2009.
Innanzitutto la somma versata dal Comune all’Agenzia del demanio: 2.420.000 euro per un immobile “già tutelato dal Ministero per i beni culturali e dalla Soprintendenza regionale che lo avevano dichiarato di interesse storico”.
«Quindi già allora era chiaro - commentano i curatori della campagna mediatica che proseguirà per altre nove puntate quotidiane - che l’edificio non si sarebbe potuto abbattere ma solo riqualificare. Nel contratto veniva anche specificato che la caserma veniva acquistata nelle condizioni in cui si trovava».
Oggi è atteso il secondo capitolo della ricostruzione social, dedicato ai soldi spesi dal Comune (circa un milione di euro) per scongiurare il distacco e il crollo della facciata sul lato di piazza Repubblica e per la sistemazione del tetto.
«Vogliamo fornire ai cittadini di Varese gli elementi di conoscenza necessari per sviluppare un giudizio su quanto è avvenuto» va ripetendo il sindaco, sempre più preoccupato dai numeri del preventivo dell’intervento di recupero della ex caserma e della piazza. Rispetto alle previsioni dell’accordo di programma, che ha messo sul tavolo 25 milioni di euro, ne sarebbero infatti necessari altri dieci. Dove e come trovarli?
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