LA STORIA
Varese, condominio in ostaggio: paura e denunce
A Giubiano inquilino violento: lacrime in assemblea

In via Corsica, nel quartiere di Giubiano, la vita di un intero condominio è da tempo segnata dalla paura. Quella che dovrebbe essere una normale convivenza tra vicini si è trasformato in una quotidianità fatta di porte che si aprono con preoccupazione, telefonate ai carabinieri e assemblee condominiali finite in lacrime. Al centro della vicenda c’è un uomo che vive in un appartamento intestato alla sorella e che, secondo numerose testimonianze, avrebbe reso difficile e insicura l’esistenza dei residenti con minacce, gesti violenti e comportamenti intimidatori.
«Bloccati i soccorritori»
A raccontare uno degli episodi più gravi è la proprietaria di un alloggio: «Al mio inquilino ha sfondato la porta di ingresso e ha puntato un coltello alla gola», riferisce. Ma non sarebbe un caso isolato. All’ultima riunione condominiale più di un partecipante è scoppiato a piangere per la tensione. Una signora ha spiegato di essere stata costretta a chiedere l’intervento dei carabinieri perché l’uomo, sul pianerottolo, impediva al personale del 118 di soccorrere il marito.
La stessa padrona di casa, proprietaria dell’appartamento, è molto preoccupata per la situazione: locali danneggiati, impossibilità di avvicinarsi, rapporti con l’inquilina – la sorella dell’uomo – ormai ridotti a zero. «Non sappiamo più cosa fare», è il commento che si ripete nei corridoi dello stabile, dove i rapporti di vicinato si sono trasformati in una sorta di resistenza quotidiana.
Offese, minacce e disturbi notturni
Denunce individuali sono già state presentate, ma senza esiti risolutivi. Per questo i condomini hanno deciso di unirsi e incaricare l’avvocato Marco Orrù di predisporre una denuncia collettiva. Nel verbale dell’assemblea è riportato chiaramente l’oggetto dell’azione legale: molestie, offese, minacce, disturbi notturni e danni arrecati allo stabile. «Sto raccogliendo la documentazione dai condomini e presenterò appena possibile una denuncia-querela in Procura», conferma l’avvocato Orrù.
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