LO SPETTACOLO
Varese, Crepet: «Libertà, passione, coraggio. Il resto è noia»
Tutto esaurito e ovazione a teatro per lo psichiatrica e sociologo

«Dottore, grazie! Io la seguo sempre. Ho fatto come dice lei. Ai miei figli ho tolto tutto».
«Signora, tutto ciò che può nuocere all’immaginazione al senso di responsabilità, spero... ».
Botta e risposta alla bouvette del Teatro di Varese tra lo psichiatra e sociologo Paolo Crepet e una dei mille spettatori della sua lectio magistralis di oggi, domenica, 28 gennaio.
Quarantotto spettacoli – praticamente tutti già sold out da tempo - per presentare un libro pubblicato neppure un anno fa e penultimo di trentasette saggi tra psicologia e sociologia, che con gli otto volumi di narrativa scritti sin qui dicono quanto florida sia la sola attività scrittoria di Paolo Crepet.
Lo psichiatra, sociologo, saggista e opinionista che da oltre trent’anni è tra le più ascoltate voci critiche sulle dinamiche della società, a Varese ha ricevuto un tributo da campione della scena: un’ovazione che da sola racconta la necessità di recuperare il senso umano dell’intelligere – cioè di connettere l’esperienza al patrimonio emotivo, conoscitivo e pratico di ognuno - prima di affidare del tutto la scansione della vita a visori tridimensionali e, soprattutto, all’intelligenza artificiale e alle previsioni quasi orwelliane del prolungamento della vita - così le ultime risultanze scientifiche - a 150 anni.
Ma non solo. Anche dal pubblico varesino, attentissimo per quasi due ore di una seduta di psicoterapia a forma di show, emerge una domanda su tutte che somiglia al bisogno di un indirizzo decisivo, come se quest’epoca somigliasse sempre più a un impraticabile dedalo di strade senza fine e piazze virtuali che non di rado si rivelano vicoli ciechi. E non certo per colpa del navigatore.
Crepet: «Siate ambiziosi, cercate la vostra unicità. Bisogna avere la fronte alta e continuare a sognare. Il pericolo è nella bonaccia delle emozioni, nella rassegnazione, è in chi semina accidia e smarrimento come se fosse la regola del più aggiornato marketing dell’esistenza. Opporsi a tutto questo è il mio desiderio, la mia missione, la ragione per cui continuo a peregrinare nelle piazze e nei teatri. Cerco libertà, passione, coraggio. Il resto è noia».
Dalla famiglia alla scuola, Crepet ha snocciolato i caposaldi del suo pensiero, con una chiarezza espositiva che seduce non meno delle verità “nascoste” nelle pièce teatrali o nelle più riuscite gag di chi ancora – e sono pochi – riesce a fustigare i costumi col sorriso.
Da qui la standing ovation finale per un professionista del pensiero che è ormai assurto a bocca della verità per i tanti. Ciò che racconta quanto questa società abbia bisogno di ripensarsi umana prima che sia troppo tardi.
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