L’ATLETA
Da Genova al Monte Bianco, l’impresa di Raffaele
In bici e di corsa: 4.808 metri di dislivello
L’idea di questa impresa gli è venuta circa tre anni fa, dopo un incontro con l’ultratleta Nico Valsesia, celebre per le sue ascensioni da zero a oltre 4mila metri di quota mixando lunghi tracciati in bicicletta e corsa in montagna.
E così ha fatto, durante lo scorso weekend, anche Raffaele Dalle Fratte: partito in sella dalla riva del mare, a Genova, è arrivato circa ventuno ore dopo in vetta al Monte Bianco (a quota 4.808 metri) con una sola pausa da venti minuti, in Val d’Aosta, dove ha lasciato la bici e calzato scarpe da corsa in montagna.
Morazzonese classe 1990, di professione campionatore ambientale, è istruttore di sci alpinismo al Cai di Varese e ha una sconfinata passione per l’alpinismo e per le due ruote, appunto. Già alcuni anni fa aveva compiuto un’impresa analoga, dalla Liguria fino in cima al Monte Rosa (4.634 metri di altitudine); mentre l’anno scorso aveva partecipato all’Everesting, ossia una sfida che prevede di ripetere in bicicletta una qualunque salita un numero di volte tale da raggiungere il dislivello della cima del Monte Everest, ossia 8.848 metri: per compiere questa impresa Raffaele aveva scelto il Cuvignone.
Lo scorso weekend, ecco invece la sfida da zero a 4.808. Dalle Fratte è partito sabato a mezzogiorno dalla spiaggia di Genova Voltri e, in sella alla sua bici da corsa, “scortato” dalla fidanzata Martina al volante dell’ammiraglia che lo ha seguito nel percorso, ha attraversato Alessandria, Vercelli, Ivrea e Aosta, fino ad arrivare a Courmayeur, dove ha puntato per La Visaille, in Val Veny. Una volta qui, ha lasciato la bicicletta con cui ha percorso quasi 300 chilometri e, dopo una pausa di nemmeno venti minuti, è ripartito di corsa, salendo fino al Rifugio Gonella, a quota 3.071, dove lo attendevano due amici con i quali, infilati scarponi e imbrago, ha poi attraversato il ghiacciaio e sferrato l’attacco finale al Monte Bianco, percorrendo la via normale: l’arrivo in vetta è avvenuto alle 9 di ieri mattina, domenica 14 luglio, quindi circa ventuno ore dopo la partenza da Genova.
Senza contare che, a parte i venti minuti in Val Veny per il cambio di assetto e pochissime pause tecniche “lampo” per far rifornimento d’acqua, l’ascensione è stata continua. «Sono super contento – ha commentato a caldo, raggiunto al telefono – è un sogno che si avvera. Esattamente un anno fa ci avevo provato ma avevo dovuto rinunciare a causa del maltempo, stavolta invece è andata bene. La prossima sfida? Non lo so ancora: questo era l’obiettivo che mi ero prefissato e per il momento sono soddisfatto così. Ci penserò».
© Riproduzione Riservata


