LA STORIA
La “detective” varesina indaga sull’arte
Tiziana Zanetti racconta il suo lavoro
Furti di opere d’arte, scavi clandestini, esportazioni illecite. Temi che in un territorio come quello varesino si complicano molto con la vicinanza della frontiera. I reati contro il patrimonio artistico sono più diffusi di quanto si possa pensare ma solo gli addetti ai lavori sono consapevoli che i beni culturali hanno dei diritti. Nel nostro territorio c’è una esperta di diritto dell’arte e dei beni culturali che potremmo definire una agente alla Csi o se preferite alla Ncis, di quadri e sculture. Tiziana Zanetti è una sorta di procuratrice legale, visto che ha una doppia laurea in materia, un avvocato di dipinti, libri, gioielli, anfore... tutto ciò che rientra nel patrimonio culturale che «è bene comune e per questa ragione credo vada divulgata la materia del diritto dell’arte in modo comprensibile a tutti».
Domenica 22 è stata protagonista di un incontro organizzato dal Fai Valcuvia a Villa Della Porta Bozzolo di Casalzuigno, con una relazione sul diritto dell’arte.
«A tutti può capitare di ereditare un’opera, di volerne acquistare una, di volerla esportare o di dover gestire, per gli strani casi della vita, un bene di interesse culturale», spiega Tiziana Zanetti, che potremmo definire una detective dell’arte o un “avvocato difensore” con un patrimonio di conoscenze ampio 15 anni e studi superapprofonditi. È infatti laureata in Giurisprudenza e in Scienze dei Beni culturali (a indirizzo storico-artistico, università degli studi di Milano, con il professor Giovanni Agosti), è impegnata attualmente nella ricerca “Arte e legalità per un’educazione civica al patrimonio culturale” dedicata all’analisi di casi giudiziari che hanno interessato la Procura di Varese, con l’Istituto di Antropologia di Milano e il Magistrato d’area dei Beni culturali.
Impegni che sono venuti dopo il perfezionamento in materia di tutela del patrimonio culturale all’università degli studi di Roma Tre in collaborazione con il Mibact e il Comando Carabinieri per la Tutela del patrimonio culturale. «Naturalmente c’è un mondo dell’arte, e c’è un mercato dell’arte, lecito, serio e prezioso che consente acquisizioni da parte di musei, possibilità di scoprire e studiare opere e, in poche parole, di fare circolare cultura, un mestiere difficile e affascinante insieme - prosegue l’esperta - ma non dimentichiamo che il depauperamento del nostro patrimonio storico culturale è un fatto grave».
Per la detective dell’arte «l’irreversibilità di molti episodi dovrebbe allarmare tutti, non solo gli addetti ai lavori». Il riferimento è a opere esportate clandestinamente e che, una volta fuoriuscite dall’Italia, non tornano più, o reperti archeologici «che vengono scavati illecitamente e venduti da ricettatori senza scrupoli che impediscono agli archeologi di ricostruire la storia e a tutta la collettività di conoscerla».
Altro tema, non meno importante, quello del furto di opere d’arte dai musei. Un “mondo” sconosciuto ai più e che invece «dovrebbe diventare materia non più solo per addetti ai lavori, soprattutto in un territorio come il nostro, così vicino alla frontiera Svizzera, anzi su questo argomento - prosegue la studiosa - vi sono grandi novità, proprio in tema di esportazioni in area comunitaria ed extracomunitaria, che stanno attraversando la materia».
La ricercatrice ha approfondito casi trattati da studi legali e segue l’attività di professionisti del settore dell’arte in Italia e all’estero, oltre a voler dare il proprio contributo agli studenti universitari. «Credo molto nell’educazione al patrimonio culturale e per questo collaboro come esperto in diritto dell’arte, con la commissione legalità, coordinata da Stefania Barile, costituita all’interno del Centro ricerca “Carlo Cattaeo” e “Giulio Preti” dell’università dell’Insubria». Sul tema delle controversa riforma del sistema delle esportazioni, la ricercatrice ha appena pubblicato un contributo su “Gazzetta Ambiente” rivista nazionale specializzata.
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