LA SENTENZA
“Rapì” la figlia: condannata
Sottrazione di minore: un anno di carcere per la madre bulgara di una bambina
Il “rapimento” era avvenuto nel marzo del 2015, quando la moglie bulgara trentacinquenne di un imprenditore del Nord del Varesotto, di dodici anni più anziano, V.L., era andata a festeggiare il compleanno nel suo paese e con i suoi genitori.
La donna, A.R.N., aveva portato con sé la figlia della coppia, nata nel 2010 e quindi all’epoca di quattro anni, ma dopo la festa aveva telefonato al marito e gli aveva annunciato che non aveva più intenzione di tornare in Italia e che aveva deciso di tenere la bambina con sé.
Facile immaginare il dramma dell’uomo, che tra l’altro aveva regalato il viaggio alla moglie per il compleanno: sconvolto, aveva deciso comunque di andare all’aeroporto della Malpensa, sperando che quella della donna fosse una minaccia destinata a restare tale, quasi una fantasia, ma poi dall’aereo arrivato da Sofia moglie e bambina non erano scese e V.L. si era reso conto di essere al centro di un caso di sottrazione di minore e aveva denunciato l’accaduto ai carabinieri.
Quasi tre anni dopo, ecco quindi le conseguenze penali per A.R.N., dato che qualche giorno fa il giudice Valentina Maderna ha condannato la madre “rapitrice”, oggi trentottenne, a un anno di carcere appunto per il reato previsto dal Codice penale all’articolo 574 bis (“Sottrazione e trattenimento di minore all’estero”: si rischiano da uno a quattro anni di carcere). Stabilendo inoltre la sospensione della pena, ma anche un risarcimento da determinare in futuro in sede civile a favore del marito e padre, che si era costituito parte civile con l’assistenza dell’avvocato Lucia De Giorgi, anche a nome della bambina.
Il pubblico ministero aveva chiesto otto mesi di carcere e la parte civile è naturalmente soddisfatta della sentenza, anche se il minimo delle pena sembra un po’ poco, considerato il fatto che restare in Bulgaria con la minore non sarebbe stata una scelta nata da un impulso del momento, ma parte di un piano che il marito e il suo legale ritengono preordinato.
E la bambina, oggi di quasi otto anni?
Per riportarla in Italia all’inizio furono mobilitati il ministero degli Esteri, quello della Giustizia e il Tribunale dei Minori di Milano, ma qualche mese fa i genitori hanno trovato un accordo, sopratutto nell’interesse della bambina, per garantirle in questa fase una crescita il più possibile serena: la piccola ha già iniziato quindi a stare con il padre in Italia per 15 giorni in occasione delle vacanze di Natale e Pasqua, e per un mese durante l’estate.
La madre aveva denunciato in Bulgaria il marito perché non pagava gli alimenti, e intestardirsi nel tentativo, sempre difficile in questi casi, di togliere la potestà genitoriale alla madre e di far crescere la bambina in Italia avrebbe finito per far male soprattutto alla minore.
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