L’INTERVENTO
Varese, Giorgetti: «Vannacci non è della Lega»
Il commento del ministro alla presentazione di Isabella Tovaglieri

Il ministro Giancarlo Giorgetti è tranchant, Roberto Vannacci «non è della Lega» risponde a chi gli chiede un commento sulla candidatura del generale alle europee. Giorgetti è a Varese, nella sede della Lega per sostenere la candidatura di Isabella Tovaglieri. «Lei - invece fa notare - è una candidata figlia di questa terra, sente quello che pensa la gente, serve il territorio».
Vannacci no, gli fanno notare. «Frase corretta e contiene già la risposta». Sulle dichiarazioni recenti di Vannacci, Giorgetti replica solo seccamente: «Non condivido».
«Io ho sempre votato per rappresentanti della Lega e continuerò a votare per rappresentanti della Lega», ha aggiunto Attilio Fontana, presidente della Regione alla stessa una domanda sulla candidatura di Vannacci: «Qui vediamo la Lega», ha aggiunto Fontana, a Varese per sostenere la ricandidatura alle europee di Tovaglieri che «è un candidato che ha sempre risposto al territorio, che si è sempre impegnato, che porta avanti i nostri valori, noi siamo tutti con Isabella».
Dal canto suo, l’eurodeputata di Busto Arsizio ha annunciato la propria ricandidatura al Parlamento europeo nel corso di una conferenza stampa svoltasi ieri pomeriggio, sabato 27 aprile, a Varese nella sede della Lega, alla presenza di alcuni esponenti della Lega nazionale, regionale e provinciale, tra i quali, oltre a Giorgetti e Fontana, anche il capogruppo della Lega al Senato Massimiliano Romeo, il segretario regionale della Lega Fabrizio Cecchetti, il deputato Stefano Candiani, il coordinatore federale della Lega Giovani Luca Toccalini, il consigliere regionale Emanuele Monti e il segretario provinciale Andrea Cassani.
«Se sarò eletta - ha dichiarato l’eurodeputata lombarda - continuerò a difendere gli interessi del territorio e dell’Italia in Europa, battendomi per la revisione delle euro-follie che minacciano i cittadini, l’impresa e il lavoro: non solo la direttiva casa green, che incombe sul bene rifugio delle famiglie italiane, ma anche lo stop ai motori benzina e diesel nel 2035 e tutte quelle misure improntate all’ambientalismo ideologico, che rappresentano un rischio enorme per la prosperità delle nostre comunità, per il futuro del nostro settore agroalimentare, per la tenuta della nostra industria e per la competitività del Made in Italy».
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