CRISI NERA
La ripartenza che non c’è
Mancano gli ordini, le nostre aziende faticano a rialzarsi

Durante il lockdown lo avevano ripetuto più volte: «Noi chiudiamo le nostre aziende e spegniamo le nostre macchine, ma quando riapriremo non sappiamo che cosa accadrà».
Avevano ragione gli imprenditori varesini.. Hanno riaperto le loro aziende da circa un mese, ma quel grande punto interrogativo che avevano a marzo ora lo vivono tutto sulla loro pelle e su quella dei loro dipendenti.
La ripresa a pieno regime delle attività produttive in provincia è ancora lontana. Nessuno si è già arreso, ovviamente, ma ritmi, fatturato e ordini pre Covid sono ben lontani dalla realtà attuale. Oggi a fare scalpore in provincia sono le ore di cassa integrazione. Secondo l’ufficio studi dell’Unione industriali della provincia di Varese il ricorso alla cassa integrazione ordinaria in provincia nel periodo gennaio-aprile ha superato le 15,4 milioni di ore. In tutto il 2019 erano state 5 milioni . In pratica, in soli quattro mesi sono state accumulate e superate tutte le ore del 2014. Non solo. È dal 2015 che, nell’arco di 12 mesi, non si superava la soglia delle 10 milioni di ore.
I numeri parlano da soli e diventano ancor più allarmanti quando si pensa che dietro a quelle ore non lavorate cii sono famiglie che mettono a rischio i loro bilanci e la loro normalità. Insomma, il Covid si sarà anche indebolito dal punto di vista clinico, ma i suoi strascichi rischiano di essere decisamente gravi. Fino all’estate c’è il blocco dei licenziamenti imposto dai decreti del governo Conte, ma a settembre che cosa succederà? L’interrogativo è quotidiano, accompagnato da un’altra domanda: che cos’è che impedisce alle aziende varesine di mettere il turbo? Innanzi tutto gli ordini, che, oggi, non ci sono. Il calo, a livello nazionale, è del 51 per cento e anche in provincia ha le stesse dimensioni. C’è una cronica carenza di domanda, sia interna, sia estera. Elemento, quest’ultimo, decisamente rilevante per una provincia che ha una economia fortemente internazionalizzata. Oggi, le aziende che stanno producendo, stanno rispondendo a ordini raccolti prima del lockdown. E sono tra le più fortunate, dal momento che in molti casi anche le commesse pre Covid sono state cancellate. Senza contare le fette di mercato perse o i clienti che in questi due mesi hanno cercato fornitori differenti, anche all’estero. Insomma, la sensazione è che, nonostante la dinamicità che la caratterizza, anche per l’industria varesina rimettersi in piedi sarà un’impresa ardua.
© Riproduzione Riservata