IN TRIBUNALE
Varese, lite per i cani finisce a botte
Due giovani a processo con l’accusa di lesioni per futili motivi. Versioni contrastanti fra le parti

«Eravamo al Circolo di Casbeno, io avevo la mia cagnolina al guinzaglio, ma il cane dell’altro ragazzo era libero. E cercava di montare la mia. Gli ho chiesto se potesse legarlo e mi ha risposto coprendomi di insulti. “Non capisci un ca..., i cani devono stare liberi». Da questo battibecco è nata una colluttazione, tra il padrone dell’animale senza guinzaglio e due amici dell’altro, che ha fatto finire in ospedale il primo con un trauma facciale e una frattura di malleolo.
Dalla denuncia del 37enne varesino è partito un procedimento penale che è sfociato nel processo andato in scena in Tribunale a Varese, davanti al giudice Luciano Luccarelli. Dove i due ragazzi, rispettivamente di 26 e 27 anni, devono rispondere del reato di lesioni personali, con l’aggravante dei motivi abietti e futili.
Una vicenda che risale al 12 settembre del 2019 e che i testimoni hanno ricostruito rispondendo alle domande del pubblico ministero Davide Toscani e degli avvocati Marina Curzio (difensore degli imputati) ed Elisa Scarpino (parte civile).
Ma il racconto della vittima e degli amici dei giovani alla sbarra non collima in molti punti. Il trentasettenne ha raccontato di essere stato aggredito, per motivi che neppure lui ha saputo indicare, con pugni e calci all’esterno del locale pubblico di Casbeno. In particolare, uno dei due giovani a giudizio gli tirò un cazzotto in faccia e poi, una volta che il “rivale” era a terra, insieme con l’amico gli sferrò numerosi calci, fino a fargli perdere i sensi. Per quelle lesioni, la parte offesa chiede ora un risarcimento danni di diecimila euro.
Diversa la versione degli imputati, che non ci stanno a passare per colpevoli solo per aver fatto un appello alla civiltà. Già, perché secondo il racconto loro e dei loro amici, a dar fuoco alle polveri fu il padrone del pastore australiano che girava libero tra i tavolini, infastidendo gli avventori e cercando di accoppiarsi con un’american bully. Di mettergli il guinzaglio non se ne parlava neppure. Ciò scatenò un’accesa discussione, con il 37enne che, dopo aver già bevuto alcune birre, si avvicinò con fare considerato minaccioso, e una bottiglia in mano, al tavolo del gruppo di amici. Scoppiò il parapiglia, incassò un colpo e cadde a terra.
Ma chi era presente nega di aver visto i due imputati scagliarsi su di lui a calci. «Anzi, uno dei due lo ha aiutato a rialzarsi», ha dichiarato un teste. Giurando anche che il ferito rimase per tutto il resto della serata nel locale senza mostrare particolari problemi di salute. Ma la querela dice altro, e parla di trenta giorni di prognosi in conseguenza del “trauma all’emivolto sinistro” e di una “frattura malleolo peroneale destro”.
Dove sta la verità? Lo deciderà il giudice nella prossima udienza, in calendario a novembre.
Una settimana fa, sempre a Varese, una lite tra i padroni all’area cani.
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