PICCOLA BRERA
Movida selvaggia? No, regole certe
I locali di via Cattaneo-Cavallotti si organizzano in associazione per diventare un interlocutore del Comune e lanciare insieme iniziative di qualità. Il dopo-lockdown? «Promosso»
I bar del centro fanno squadra. I locali della movida, quella che si anima tra via Cattaneo e via Cavallotti, ribattezzata la Piccola Brera, danno vita a un’associazione con lo scopo di diventare interlocutori dell’amministrazione su problemi e proposte e di lanciare nuove iniziative.
Lo annuncia, a nome di tutti, Raffaele Bruscella, titolare del Balthazar, tracciando un primo bilancio delle riaperture dopo il lockdown. «A nostre spese stiamo contribuendo, grazie a personale steward, a garantire la sicurezza, senza ovviamente sostituirci alle forze dell’ordine. C’è vigilanza affinché non ci sia gente in giro con bottiglie di vetro, invitiamo ad indossare le mascherine e ad evitare assembramento».
«Questo ci siamo impegnati a fare quando abbiamo dialogato col vicesindaco Daniele Zanzi per scongiurare che venisse prevista la chiusura dei locali alle 22. Il Comune si è dimostrato sensibile alle nostre esigenze».
E adesso l’idea, inedita, di un’associazione che raccolga i bar della movida. Un’associazione dunque autonoma rispetto a quelle di categoria. «Stiamo mettendo a punto lo statuto - spiega Bruscella - e contiamo a breve di eleggere un presidente che non sarà uno di noi ma un avvocato esterno o comunque un professionista».
L’associazione avrà anche un logo: «Ci stiamo lavorando». Le idee non mancano: «Vorremmo collaborare con l’amministrazione comunale nell’organizzazione, appena sarà possibile, cessata l’emergenza sanitaria, di eventi di qualità in centro. Si può pensare, ad esempio, di coinvolgere i grandi chef che abbiamo in provincia di Varese per serate di show cooking, con servizio all’aperto di piatti particolari, che ne so un risotto particolare, non le solite salamelle».
Al Comune verranno fatte inoltre richieste, istanze. «La prima riguarda il servizio di raccolta dei rifiuti: è insufficiente, ad esempio, che la carta venga ritirata una volta ogni due settimane. Vorremmo che avvenisse come in altre città dove s’intensificano, al punto da arrivare ad essere quotidiane, le giornate di prelievo delle varie tipologie di rifiuti».
E la chiusura serale al traffico, nei fine settimane, di via Veratti e via Vetera? «Su via Vetera siamo d’accordo, su via Veratti abbiamo molte perplessità». La movida viene spesso criticata per il baccano... «La verità è che qui non è mai successo nulla di grave ed anzi il livello di qualità dei frequentatori si è innalzato. Ma è un po’ come lo stadio: su 30.000 spettatori, magari cinque fanno un po’ di casino. E allora non si parla della correttezza e del buon esempio dei 29.995 ma degli altri cinque... ».
Tra le idee, anche quella che sta già sperimentando il bar Ultimo, di Fabio Moroni, e quindi da allargare a tutti i locali, dei bicchieri biodegradabili per il drink all’aperto, da asporto, con un logo comune, identificativo della movida o Piccola Brera che dir si voglia.
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