IL FOCUS
Risiko tra banche. La Bcc resiste
Più filiali in Italia per il credito cooperativo. In provincia leader la Busto Garolfo-Buguggiate

Chiusure di sportelli e accorpamenti contraddistinguono da tempo l’agire dei grossi gruppi bancari. Una strategia che non rientra nelle soluzioni adottate dal settore del credito cooperativo che, invece, consolida il suo radicamento territoriale con l’apertura di nuovi sportelli e l’aumento del numero di occupati.
Del presente delle Bcc e del ruolo di mutualità si è discusso in occasione di una tavola rotonda organizzata dal sindacato First Cisl.
L’incontro, dal titolo “Il Credito cooperativo tra Europa e coesione territoriale” ha visto a partecipazione del segretario generale della First Cisl, Riccardo Colombani, del presidente di Federcasse Augusto Dell’Erba e dell’economista Lucio Lamberti.
Dai lavori è emerso come negli ultimi anni il credito cooperativo abbia rafforzato la sua presenza e dato credito alle piccole imprese, esercitando un ruolo fondamentale per l’economia del Paese.
Dal 1996 al 2019 il numero degli sportelli è cresciuto da 2.589 a 4.236, mentre nel periodo 2003-2019 i Comuni italiani che hanno registrato la presenza di una Bcc sono passati da 2.298 a 2.635.
Sono aumentati anche gli occupati che erano 25.183 nel 2003, mentre nel 2019 risultavano 29.087.
Nello stesso periodo sono cresciuti sia il patrimonio (da 11,5 a 20 miliardi) che i soci. E il nostro territorio non fa eccezione.
È presente da oltre un secolo la Banca di Credito Cooperativo di Busto Garolfo e Buguggiate (fondata il 6 ottobre 1897) e che conta attualmente 170 dipendenti e 16 filiali, di cui 9 in provincia di Varese (Varese, Buguggiate, Bodio Lomnago, Somma Lombardo, Gallarate, Samarate, Cassagno Magnago, Busto Arsizio e Castellanza) e 7 in quella di Milano (Busto Garolfo, Villa Cortese, Dairago, San Giorgio su Legnano, Legnano, Parabiago e Arluno).
Nelle intenzioni dei vertici della banca proseguono gli investimenti volti ad aumentare la presenza e i servizi sul territorio, come quelli fatti di recente, ad esempio, nella filiale di Dairago.
D’altra parte il radicamento sul territorio è da sempre una prerogativa del credito cooperativo, la cui crescita è infatti coincisa proprio con il graduale abbandono dei territori stessi da parte delle grandi banche.
«Le Bcc hanno il dovere di richiamarsi al valore della mutualità primaria che è insito nella loro azione - ha dichiarato il presidente di Federcasse Augusto Dell’Erba - le norme di vigilanza ci dicono che le banche di credito cooperativo devono erogare il credito in prevalenza ai soci e per il 95% all’interno dei territori di insediamento, un meccanismo che favorisce e tutela lo scambio mutualistico».
«È fondamentale - ha rimarcato il segretario generale della First Cisl, Riccardo Colombani - che il sistema resti nel solco della mutualità prevalente e focalizzato sul credito alle piccole imprese e sulla qualità del servizio».
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