LA MOVIDA
Varese, Piccola Brera in cerca di riscatto
Via Cavallotti: tre bar (forse 5) in vendita. È cambiato il target della clientela

Tre locali sono ufficialmente in vendita. Gli annunci scorrono su un sito di compravendite immobiliari. Ma anche altri due sarebbero sul mercato o almeno così si vocifera. Tre o cinque fa poca differenza. Il dato di fatto è che la Piccola Brera rischia di perdere colpi. I fasti di qualche anno fa sembrano ora offuscati.
Che cosa sta succedendo in via Cavallotti, nel centro storico di Varese, luogo della movida in calze di seta? Che serpeggia la crisi. C’è meno affluenza ed è mutato il target dei frequentatori. Cinque o tre locali (bar) in cerca di nuovi proprietari e gestori è un segnale poco incoraggiante.
SETTANTA METRI DA BERE
Via Cavallotti con la confinante via Cattaneo forma l’angolo della Varese da bere: erano 13 attività (bar) in 70 metri. Da qui, una decina d’anni fa, il nobile appellativo di Piccola Brera. E il richiamo a Milano non era solo d’etichetta: tanti da fuori i clienti che soprattutto nei mesi estivi affollano questa movida bosina.
Ma ora: «Il calo di affluenza solo nell’ultimo anno è stato quasi del 30%» fa notare un esercente.
DA LUNEDÌ A GIOVEDÌ IL VUOTO
Nei fine settimana l’affollamento c’è. Ma da lunedì a giovedì è il deserto. Certo, gennaio non è il mese più prolifico, però la situazione sembra davvero ai minimi. I locali storici, quelli che da lungo tempo hanno la stessa conduzione - vedi il Baltazar in via Cavallotti e Ultimo in via Cattaneo -, non soffrono o soffrono di meno. Hanno il loro zoccolo duro di clientela, il loro immutato target, e quindi tirano dritto. Il quadro generale però è a tinte più grigie che rosa.
Raffaele Bruscella, in arte Skizzo, titolare del Baltazar e del nuovo locale aperto all’interno dei Giardini Estensi ammette che «in centro gira meno gente». Lui, vulcanico, diventa british nel valutare le cause del declino della Piccola Brera e della Varese by night: «Le motivazioni possono essere varie». Bruscella non aggiunge altro, non entra nel dettaglio. La sua valutaziuone si ferma qui.
ORE 23: BOTTIGLIATE
Una delle cause, forse non la principale, del declino è da imputare alla minore sicurezza. Lo dicono tutti in zona. Venerdì scorso, alle undici di sera, quindi momento clou della Piccola Brera, c’è stata in via Cavallotti una rissa a bottigliate. «Ma succede ormai in tutti i weekend» è la constatazione. Ogni settimana ha dunque il suo venerdì.
L’ETÀ SCENDE, LA TENSIONE SALE
La clientela tipo è cambiata. Oggi, soprattutto in via Cavallotti, sono i ventenni a farla da padrone. E non sarebbero tutti “mansueti”. Bottiglia in mano fuori dai locali s’accendono a volte per poco. E ci scappano spintoni. Questo scoraggia un po’ la movida più adulta e posata.
DRINK A PREZZI DI PERIFERIA
Il ragionamento è semplice: se lo stesso drink (al di là della qualità) lo paghi nella Piccola Brera come in un circolo di periferia, devi aspettarti un abbassamento di livello della clientela nel centro storico. Questa omologazione del listino, secondo alcuni, ha sbiadito l’immagine e cambiato appunto il popolo della notte.
PRIMA DUE SERE, ORA UNA
Sarebbe però riduttivo circoscrivere l’analisi alla sicurezza. Il calo di affluenza è dovuto anche alla minore spesa per il divertimento, almeno quello da drink dopocena.
Prima la frequenza media era di due uscite serali nella Piccola Brera; adesso è di una.
RINASCITA? MISSIONE POSSIBILE
Le cinque attività in odore di cessione (se avverrà) possono essere l’occasione per il subentro di gestori in grado di proporre qualcosa di nuovo, ricreare entusiasmo, plasmare una certa clientela. Questa non è una critica a chi vuole smettere, per carità. È nella natura delle cose che un cambiamento produce effetti diversi. Migliori. O peggiori. Alla base c’è comunque il mestiere, la capacità di stare dietro al banco.
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