L’OPERA
Un San Sebastiano da 99 metri quadrati
Da stamane l’artista Ravo al lavoro all’ingresso del monoblocco dell’ospedale di Circolo

L’idea è quella d’infondere benessere a chi si trova a dover varcare la soglia del dolore. Un benessere che passa dai colori, dalla bellezza di un’opera d’arte “classica” riprodotta in formato gigante su uno dei pilastri dell’ingresso dell’ospedale di Circolo.
Andrea Ravo Mattoni, artista varesino che il prossimo 7 aprile compirà 40 anni, da oggi, lunedì 22 marzo, è al lavoro in via Guicciardini per dare forma e sostanza alla sua nuova opera d’arte: il secentesco San Sebastiano curato da un angelo e da Sant’Irene di George De La Tour. L’opera, realizzata con colori spray, una volta terminata, misurerà 99 metri quadrati (9 metri di altezza e 11 di base) e accoglierà pazienti, visitatori e personale ospedaliero ogni giorno - si spera - già da lunedì prossimo.
La scelta di San Sebastiano non è casuale: dopo San Rocco è stato il santo più venerato e implorato durante le pestilenze.
«Grazie alla fondazione Il Circolo della Bontà e alla direzione generale dell’ospedale di Circolo, quello che fino a un anno fa era un bellissimo progetto, da oggi, tempo permettendo, diventa realtà» spiega lo stesso Ravo.
Stamane è cominciata la preparazione del cantiere artistico, con la posa anche di telecamere di sorveglianza per tenere alla larga i malintenzionati.
«Mi auguro non debbano servire», sorride l’artista che ha già realizzato un murales di sicuro impatto al Tribunale di Varese con l’Allegoria della Giustizia e della Pace di Corrado Giaquinto.
«Anche questa volta - spiega Ravo -, vorrei trasmettere il senso della bellezza che soccorre il morale dei sofferenti. Lo scopo dell’arte è proprio quello d’innalzare i cuori, di curare, se così si può dire, l’anima».
La proposta della fondazione Il Circolo della Bontà, la Onlus comunitaria che sostiene le sette sedi dell’Asst Sette Laghi, è infatti quella del progetto CurArti che ha due filoni: la riproduzione di due opere della ricca quadreria del Circolo sui muri esterni del monoblocco da parte di Ravo (oltre al San Sebastiano di George De La Tour, anche il San Carlo elargisce l’elemosina ai poveri di Carlo Innocenzo Torriani) e l’esposizione nei cinque piani del monoblocco di opere della collezione ospedaliera.
Si tratta di quadri che raffigurano gli antichi benefattori, esponenti della buona borghesia varesina tra Otto e Novecento.
Da oggi però comincia a riprendere vita un’altra opera sconosciuta ai più e relegata nei libri di storia o nell’immaginario degli appassionati di storia dell’arte.
«Amo ridare luce, colore e vita a grandi opere della classicità - aggiunge l’artista varesino - e sono convinto che la figura di San Sebastiano si sposi alla perfezione col drammatico momento che stiamo vivendo. E poi sono felice, da varesino, di tornare a essere, seppure per poco, profeta in patria: lasciare tracce di bellezza nella propria terra è un sogno che si avvera».
Ravo, infatti, sta operando soprattutto in Francia, Paese ben più aperto all’arte in ogni sua forma di quanto non lo sia l’Italia tra lacci e lacciuoli burocratici e la cronica miopia politica. E infatti è reduce da un altro cantiere al di là delle Alpi.
«Sono rientrato ieri dalla Francia perché sto lavorando a diversi progetti tra Le Mans e Parigi e nel 2022 avrò l’onore di vedere le mie opere in tre esposizioni museali. Però ho anche un progetto nel Varesotto. Di che si tratta? Lo saprete tra qualche settimana».
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