SANITÀ
Reparti senza primario, accordo con l’Università
Diciannove posti da coprire salvo riorganizzazioni
Pochi medici in corsia, troppi primari da nominare ai vertici delle unità operative.
Con l’addio di Saverio Chiaravalle al Pronto soccorso del Circolo, sono salite a diciannove le direzioni vacanti nella rete degli ospedali varesini, un problema in più sulle scrivanie del direttore generale dell’Asst Sette Laghi Gianni Bonelli e dei suoi più diretti collaboratori, già chiamati a trovare una “cura” per l’emorragia di camici bianchi che sembra avere colpito la sanità pubblica negli ultimi otto mesi e, in prospettiva, da qui a fine anno.
Il saldo negativo al 31 dicembre, in assenza di novità dalla Regione, potrebbe infatti superare le cento unità, con inevitabili conseguenze sull’organizzazione delle attività cliniche. La direzione strategica di Villa Tamagno ha piena consapevolezza della situazione e attende segnali da Palazzo Lombardia sul fronte del reclutamento di specialisti che, tuttavia, a volte semplicemente non si trovano. E’ il caso, appunto delle radiologie e della medicina d’urgenza, unità operative oltretutto orfane del primario titolare e affidate a responsabili facenti funzione, come gli altri sedici reparti “decapitati” da pensionamenti, trasferimenti o dimissioni. La Regione ha fin qui autorizzato i concorsi per la scelta dei nuovi direttori della Radiologia e della Cardiologia all’ospedale “Galmarini” di Tradate. Nel secondo caso è stata anche designata la commissione a cui affidare la selezione dei candidati. «Tutto il resto sembra fermo» recriminano dottori e infermieri tra le stanze di degenza al Circolo e al Del Ponte.
Sembra... Il verbo non è scelto a caso. Nelle ultime settimane, sul tema si sarebbero infatti intensificati i colloqui tra il dg Bonelli e i vertici dell’Università dell’Insubria, al punto da autorizzare la previsione di un riassetto complessivo di alcuni settori da realizzare proprio in accordo con l’ateneo. In questa prospettiva l’autorizzazione regionale al rinnovo delle convenzioni che assegneranno a docenti dei corsi di medicina le direzioni di chirurgia, anestesia, radiologia e medicina nucleare potrebbe essere solo il primo passo di una possibile rivoluzione con accorpamenti di reparti e dipartimenti anche negli ospedali periferici, considerati funzionali a un rafforzamento delle scuole di specialità dell’Insubria. Ma anche su queste scelte sarà necessario attendere il nuovo Piano di organizzazione aziendale strategico, subordinato alle linee guida politico-istituzionali della Regione, attese entro maggio ma non pervenute.
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