LA NOVITÀ
Rifiuti ingombranti, il ritiro è a pagamento
Addio al servizio a domicilio gratuito, da febbraio si devono sborsare 42,70 euro. Aspem: «Principio equo». Ma fioccano le proteste

Fino al mese scorso era del tutto gratuito: bastava contattare l’ex municipalizzata che ha in capo l’igiene urbana e concordare l’appuntamento davanti a casa propria. Ma ora non sarà più così. Dal primo febbraio il servizio di ritiro a domicilio dei rifiuti ingombranti è diventato a pagamento per i varesini. E con tariffe ben precise. «Da febbraio 2018 – spiegano da Aspem - i residenti del Comune di Varese impossibilitati a recarsi al centro di raccolta di via dell’Ecologia possono fare richiesta del servizio di ritiro a domicilio di materiale ingombrante al costo di 42,70 euro per un volume equivalente a quattro metri cubi o per un massimo di dieci pezzi, oppure al costo di 85,40 euro per un volume superiore a quattro metri cubi o a dieci pezzi e fino a un massimo di otto metri cubi o venti pezzi». L’utente deve provvedere in anticipo al pagamento del servizio tramite bollettino postale. «Per il corretto “abbinamento” del pagamento con la successiva “prenotazione” – si legge ancora sul sito ufficiale dell’ex municipalizzata - si richiede di indicare nel campo “causale” (sia in caso di bonifico che in caso di versamento con bollettino postale) la seguente dicitura: “Ritiro ingombranti – cognome e nome del richiedente”». L’interessato deve quindi andare sul sito di Aspem, scaricare e compilare l’apposito modulo e inviarlo, insieme alla ricevuta di bonifico bancario o del bollettino di avvenuto pagamento, alla mail ingombranti@aspem.it o al fax 0332-290332. «Presa in carico la richiesta, Aspem contatterà il richiedente telefonicamente per fissare il giorno del ritiro e procederà quindi all’invio della fattura all’indirizzo del richiedente: tale invio determinerà la chiusura della pratica».
Insomma, la procedura è piuttosto snella ma a risultare “indigesto” per gli utenti rischia di essere il pagamento di un servizio che fino a tre settimane fa era completamente gratuito. Ma dal quartier generale di Villa Augusta spiegano le ragioni di questa scelta: «La decisione di rendere la prestazione a pagamento – rimarcano dagli uffici - si basa sul principio che il costo deve essere sostenuto da chi ne usufruisce e non distribuito sugli altri contribuenti. Diventando a pagamento, è chiaro che il costo di questa prestazione non graverà più sull’importo complessivo del servizio di igiene urbana». Ma sui social network sono già iniziate le proteste: nella maggior parte dei casi si rimarca che, con l’introduzione del pagamento, si favorisce l’«abbandono selvaggio» di divani, materassi e mobili nei boschi o agli angoli delle strade.
© Riproduzione Riservata