LA SENTENZA
Varese, rissa in piazza Repubblica: fu tentato omicidio
Confermata in Appello condanna a quattro anni a salvadoregno
Assoluzione perché non c’è prova che sia stato lui ad accoltellare l’amico con cui era esplosa una lite. In alternativa, riconoscimento della scriminante della legittima difesa. Ma le due richieste formalizzate con il proprio atto di impugnazione dall’avvocato Sandro Damiani in nome e per conto del quarantunenne salvadoregno José Roberto Alvarado Marroquin sono state respinte ieri al mittente dai giudici della terza Corte d’Appello di Milano. Corte d’Appello che ha invece scelto di confermare la sentenza del Tribunale di Varese del febbraio scorso. Una sentenza, quella del collegio presieduto dal giudice Andrea Crema, che ha previsto per l’imputato una condanna a quattro anni, otto mesi e 15 giorni di reclusione per tentato omicidio.
LA VICENDA
Carte processuali alla mano, l’imputato, all’apice di una violentissima colluttazione avvenuta in piazza Repubblica la sera del 29 aprile dell’anno scorso, avrebbe ferito un trentatreenne originario dell’Honduras con più coltellate al corpo, tra cui una all’altezza del collo, descritta come potenzialmente letale. Peraltro, ancora oggi il coltello può essere definito l’arma presunta del tentato omicidio. Presunta perché non se ne è mai trovata traccia. Tra l’altro, nemmeno le immagini della telecamera di sorveglianza dome (quella che produce immagini ruotando a 360 gradi) con vista sulla scena del crimine hanno permesso di fare luce sulla dinamica.
IL MOTIVO DELLA LITE
Resta ignoto anche il motivo scatenante della lite, per quanto sia assodato che i due stranieri si conoscevano, che avevano anche vissuto nello stesso appartamento, che potevano definirsi amici e che quella sera avevano bevuto parecchio. Può essere che la vittima nutrisse motivi di rancore verso l’imputato perché proprio, a quanto pare, per un certo periodo Alvarado si sarebbe avvicinato sentimentalmente alla compagna della vittima. Va detto che l’avvocato Damiani ha messo in dubbio il fatto stesso che il suo assistito abbia accoltellato l’amico-rivale. È stato accertato che Alvarado Marroquin, attualmente recluso ai Miogni e ieri - lunedì 13 novembre - presente in aula a Milano, sarebbe stato in realtà accoltellato dalla compagna cinque mesi prima, nel dicembre 2021, e nel corso della lite con il salvadoregno sarebbero state quelle ferite a riaprirsi. Tuttavia, la ricostruzione è stata avversata sia dal pm di primo grado sia dal sostituto procuratore generale Lonardo Tanga, che non a caso ha chiesto la conferma della sentenza di condanna. A smentire l’ipotesi difensiva la diversa localizzazione delle coltellate dei due episodi.
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