IL FUNERALE
«Silvia e Ale, non è un addio»
Folla e momenti di grande commozione davanti alla chiesa di San Fermo per il ricordo dei due fidanzati morti nella funivia del Mottarone

Dopo il momento del dolore paralizzante e la rabbia esplosa all’apprendere gli sviluppi dell’inchiesta, a San Fermo è giunta l’ora del ricordo e dell’abbraccio virtuale.
Alle 14.30 di oggi, giovedì 27 maggio, sul sagrato già affollato della chiesa di Santa Maria Madre dei poveri, sono arrivate le due bare di legno chiaro contenenti i corpi di Silvia Malnati e Alessandro Merlo, i due fidanzati rimasti uccisi nella tragedia del Mottarone.
Alla vista delle bare coperte da fiori rossi e gialli si sono vissuti momenti di tensione, con un’amica di Silvia vittima di un malore e grida e pianti di dolore dentro e fuori dalla chiesa.
All’esterno il servizio d’ordine è molto preciso e puntuale, con volontari in pettorina gialla. Oltre alle corone di fiori gialli e rossi, campeggia uno striscione degli “amici di sempre”: «Questo non è un addio, ma un arrivederci».
L’ingresso alla chiesa è consentito solo a parenti e amici stretti. Molta gente è rimasta nel prato antistante, distanziata, con il servizio d’ordine a distribuire i dispositivi anticovid e indicare dove posizionarsi sulle sedie in plastica.
Alle 15 in punto il via alla cerimonia, officiata dal vicario episcopale monsignor Giuseppe Vegezzi con il responsabile della comunità pastorale don Carlo Garavaglia e di don Stefano Cucchetti.
Durante il rito sono stati letti i messaggi di Papa Francesco e dell'arcivescovo Mario Delpini, il quale ha rivolto una carezza alle vittime della tragedia di Stresa e ai loro cari. E alla fine della cerimonia ha destato grande commozione la lettura di una lettera che il fratello Luca aveva scritto a Silvia e che le avrebbe voluto consegnare alla sua laurea: «Siamo tutti orgogliosi di te e di quello che fai, di Alessandro e della bellissima e unita coppia che formate».
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