LE URNE DEL 2027
Varese, spunta Battarino per il dopo Galimberti
Nel centrosinistra l’ipotesi della candidatura a sindaco dell’ex magistrato. Voci insistenti sulla ricerca di un civico d’area

Poco meno di due anni. È il tempo che separa i varesini dal ritorno alle urne per l’elezione del nuovo sindaco. L'appuntamento con la scheda è per la primavera del 2027, con eventuale prospettiva di un election day (amministrative politiche insieme), che non sarebbe un aspetto secondario...
In politica due anni sono un’eternità. Ma quando si deve ragionare e trovare un’intesa su un candidato sindaco, quei fatidici due anni sono un soffio.
RINNOVAMENTO
Questa premessa per dire che anche il centrosinistra varesino, che ha in Davide Galimberti il sindaco uscente (secondo mandato, quindi non candidabile) ha cominciato a fare qualche valutazione, bisbigliata, a bassa frequenza, fuori dall’ufficialità. Nulla di sorprendente. Impossibile avere conferme di incontri, chiacchierate, pour parler. I partiti lavorano sotto traccia. E sono superstiziosi (nome annunciato nome bruciato è ancora un tabù).
Ma sintonizzandosi alle basse frequenze si possono cogliere i primi ragionamenti. E tra questi, l’ipotesi che per il dopo Galimberti, lo stesso Galimberti stia pensando ad un candidato esterno sia all’attuale giunta, sia agli iscritti del Pd. Un civico di area insomma. Scenario plausibile nell’ottica di presentarsi ai varesini con una veste di rinnovamento che dopo due “legislature” a Palazzo Estense e a prescindere dai risultati, dalle opere fatte, dal feeling con la città, è sempre consigliato in politica (scavalchi chi, vedi il centrodestra, invocherà il cambiamento).
IL PALLINO A GALIMBERTI
Il pallino della scelta ce l’ha il sindaco uscente. Questo pare assodato. Espugnando Varese al primo tentativo e concedendo poi il bis, Galimberti ha acquisito crediti e gli viene quindi riconosciuta la primogenitura nella decisione sulla successione. È sancito a tutti i livelli del Partito Democratico (poi magari il nome non garberà, ma la prima parola spetta a Galimberti).
IDENTIKIT DEL CANDIDATO
Ora, a due anni dal voto, si prende in considerazione tutto e tutti. E nel tutto, ecco appunto l’idea di sparigliare le carte cercando un candidato della società civile. Del resto, sono noti i buoni rapporti di Galimberti con il mondo accademico dell’Insubria e con numerosi professionisti varesini e non solo. Siamo - è bene ribadirlo - alla fase iniziale di un percorso. I papabili, allo stato attuale, sono (più che nomi) identikit di figure ideali. Identikit però con nome.
INSUBRE DI CENTROSINISTRA
E gli spifferi hanno accompagnato in questi giorni una candidatura per certi versi suggestiva, per altri molto ragionevole: quella di un ex magistrato, noto in città seppure diviso a metà tra Varese e Como (sua residenza). Nome Giuseppe, cognome Battarino. È stato giudice di lungo corso in piazza Cacciatori delle Alpi, con parentesi a Roma e in Calabria, ora docente, formatore giuridico e scrittore. Dà del tu alla cultura e conosce bene l’animo dei varesini (ha sempre manifestato grande amore per Varese e per il territorio dell’Insubria), sa dialogare all’occorrenza col mondo politico pur non avendone mai fatto parte in modo diretto. È nota la sua amicizia coi parlamentari Dem Alessandro Alfieri e Chiara Braga e sull’altro fronte col ministro Giancarlo Giorgetti, col deputato luinese Andrea Pellicini e col governatore lombardo Attilio Fontana. Amicizie ed estimatori dunque anche nel centrodestra ma Battarino è collocabile più nell’area di centrosinistra (il suo discorso del 25 aprile sul palco a Luino ha tolto i residui dubbi). È plausibile, così, che l’ex magistrato sia entrato nelle valutazioni - per adesso solo sussurrate - sul dopo Galimberti. Che sia stato contattato, forse no. Come detto, si registrano in questa fase anche le ipotesi sul nascere. Il nome di Battarino è comunque girato in qualche ambiente, segno che non si tratta di un sogno di inizio estate.
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