IL CASO
Varese, stazioni dei fantasmi
I senzatetto vanno a dormire. Ma è di giorno che c’è paura. Dopo l’addio al mercato, la situazione è cambiata

Bivacchi diurni e notturni. Sporcizia, abbandono e degrado che avanzano. Appare così la zona stazioni di Varese, un’area che non è più solo circoscritta alle ferrovie, ma che si è allargata e comprende il comparto di via Piave, Via Orrigoni fino a piazza XX Settembre, per risalire da via Morosini e spingersi verso Biumo Inferiore, viale Milano e anche oltre, in piazzale Kennedy.
Da quando si è spostato il mercato con tutti i suoi avventori e il cantiere per la riqualificazione degli scali ferroviari cittadini ha tolto spazio ai frequentatori della zona, la vita nel comparto è molto cambiata.
Una fase di transizione, che però commercianti e cittadini non stanno vivendo bene, soprattutto i residenti. Ci sono due facce della zona stazioni. Quella diurna, che alcuni definiscono più spaventosa, e una notturna più tranquilla, ma entrambe popolate dagli stessi soggetti, principalmente da senzatetto, anche nuovi volti, che di giorno bivaccano e di notte dormono, sempre in strada
A margine del traffico delle auto che scorre su viale Milano e via Tonale, di fronte alle Ferrovie Nord e alle Poste centrali, c’è la piazza del bivacco diurno. Intorno al parcheggio del centro commerciale dell’ex Upim ci sono decine di persone che passano il tempo bevendo. Una compagnia eterogenea e sempre più numerosa, fatta di italiani e stranieri, volti noti anche alle forze dell’ordine che quasi quotidianamente dovono intervenire per le liti che scoppiano tra chi ha alzato un po’ troppo il gomito.
Se con la luce del giorno e il grande passaggio di persone, la situazione non crea particolari problemi ai pedoni, è all’imbrunire che invece si fa largo la preoccupazione tra chi percorre a piedi quegli spazi. E tra i pendolari è unanime la percezione che le ore più brutte siano quelle tra le 17, quando comincia a fare buio, e le 20 quando poi tutti spariscono.
Si sentono più sicuri a passare quando la zona è deserta che quando i bivaccatori la fanno da padroni.
E poi c’è piazzale Kennedy, pochi metri più in là, che ha le sembianze di un quartiere fantasma. La strada è chiusa e non passano più macchine. Il cantiere del Progetto Stazioni è completamente fermo e abbandonato e l’effetto che si è generato è l’esatto opposto a quello su viale Milano.
È alla sera, dopo le 22, che la zona riprende vita. I residenti e i commercianti lo notano perché al mattino ritrovano i resti dei pasti consumati in strada, quelli che distribuiscono in via Bernardino Luini, e a volte anche sacchetti con gli effetti personali di chi ha dormito sotto le loro case o fuori dalle attività. Una convivenza non facile con questi soggetti, a volte anche molesti, che i cittadini che a vario titolo vivono l’area stazioni, si chiedono quanto ancora debba durare.
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