GLI OPERATORI
Varese: su l’imposta, giù l’appeal
Aumenta la tassa di soggiorno: «Proventi da investire per incentivare i pernottamenti»
Fare i turisti a Varese costerà di più: nei primi sei mesi dell’anno i pernottamenti nelle strutture ricettive sono diminuiti, in estate invece il boom: il turismo sportivo ha portato migliaia di persone in città. Da gennaio a settembre le presenze sono passate da 133.467 nel 2021 a 184.992 nel 2022 (fonte Camera di Commercio).
Però bisogna non solo farle “girare” nel capoluogo, le persone, ma farle dormire qui, sostengono gli operatori del settore.
50 CENTESIMI IN PIÙ
L’imposta di soggiorno dall’1 gennaio dovrebbe crescere di 50 centesimi al giorno per le strutture alberghiere a partire dai 3 stelle.
Il provvedimento, non ancora ufficializzato da Palazzo Estense, rientra in modo indiretto nella “finanziaria comunale”. Lo sostiene Luca Boldetti (capogruppo del Polo delle Libertà) che ha analizzato i dati del bilancio, in discussione e votazione a partire da domani in consiglio comunale.
«Alla voce imposta di soggiorno c’è circa il 20 per cento in più, l’introito previsto sale dunque da circa 500mila a 600mila euro per il 2023».
Il provvedimento è stato votato dalla giunta che, in base al regolamento dell’imposta di soggiorno, può scegliere la tariffa all’interno di una forbice abbastanza larga. «Viviamo in un comune né grande né particolarmente attrattivo - continua Boldetti - se in un comune della fascia o del lago si risparmia, i turisti preferiscono stare lì, spendere di meno e in un posto bellissimo, anche se poi passano da Varese».
DAI 3 AI 5 STELLE
Le tariffe attuali sono le seguenti: per hotel a 5 stelle (non ne esistono al momento in città) e hotel a 4 stelle, 2,50 euro al giorno; hotel a 3 stelle 1,50 euro; hotel a 2 stelle 1 euro così come per tutte le altre strutture ricettive.
TUTTI I NUMERI
Il 2022, nella prima parte, non è stato finora un grande anno sul fronte dell’accoglienza turistica. Segno meno davanti ai principali indicatori sulla base dei dati di performance dell’Osservatorio Turistico Economico Federalberghi.
«Per le aziende di Varese, l’occupazione delle stanze passa dal 54,50% del 2021 al 48,50% del 2022», spiega il direttore di Federalberghi, Daniele Margherita. La flessione è dunque del l’11,01. Per quanto riguarda il prezzo medio per camera il decremento è di 4,52%: «Si passa infatti da 74,64 euro del 2021 al 71,27 euro del 2022». Negativa anche la RevPar (redditività per unità di camera disponibile) che fa segnare un risultato negativo con -15,02% (euro 40,68 nel 2021 contro i 34,57 nel 2022). Sull’aumento della tassa, Federalberghi al momento non si esprime. Sul fronte dell’utilizzo invece dell’imposta di soggiorno il vicepresidente di Federalberghi Jacopo Perego, ha le idee chiare: «Tutte le risorse dell’imposta di soggiorno devono essere indirizzate a potenziare il pernottamento nel capoluogo - spiega Perego - mentre utilizzare parte dei proventi dell’imposta per le luci di Natale o per altre attività che non producono un indotto turistico reale, non è ciò di cui si ha bisogno: bisogna andare oltre il turismo mordi e fuggi». Perego ipotizza la possibilità di un coinvolgimento ulteriore di Federalberghi per migliorare la situazione «potremmo dare una serie di spunti per la valorizzazione del territorio», dice.
«SERVE PIÙ CONFRONTO»
Anche il presidente di Federalberghi, Frederick Venturi, che proprio in queste ore sta conducendo la battaglia contro la tassa di soggiorno introdotta in alcuni comuni del sud della provincia, come a Saronno («tassa inopportuna»), commenta: «A Varese si era inaugurato un tavolo per discutere dell’impiego dell’imposta, la strada del confronto deve essere costruttiva, bisogna arrivare a una progettualità a lungo termine». «Non si possono impiegare gli introiti della tassa per iniziative, come in passato nel capoluogo, come Nature Urbane, o genericamente per il decoro urbano, e nemmeno per fare da tappabuchi ai bilanci». Il “nodo” della questione infatti è collegato all’utilizzo. «Regolamento troppo generico», dicono gli addetti al settore. Il gettito è infatti destinato “a finanziare interventi in materia di turismo, ivi compresi quelli a sostegno delle strutture ricettive, interventi di manutenzione, fruizione e recupero di beni culturali e ambientali locali (...)”. E il fatto che i turisti siano arrivati a Varese soprattutto in estate, in concomitanza con gli eventi sportivi, «non esclude il fatto che si debba fare di più perché i turisti scelgano di dormire qui».
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