POLEMICHE SUL CANTIERE INFINITO
«Vendono una scuola per finire largo Flaiano»
Il consigliere Domenico Esposito (Fi): «La giunta avrebbe deciso di cedere all’impresa la scuola Zucchi di Cartabbia»

Tra proteste e lavori fermi, spunta anche l’annuncio del consigliere Domenico Esposito: «Per completare largo Flaiano si vorrebbe cedere la storica scuola Zucchi di Cartabbia». Cartelli lasciati nella notte, scritte polemiche e piccoli atti simbolici hanno segnato negli ultimi mesi l’ennesima ondata di malcontento contro il cantiere infinito di largo Flaiano. Chi passa di lì non può non notare quei messaggi anonimi, stampati con lo stesso carattere e appesi sempre negli stessi punti, segni di una protesta che non nasce dall’improvvisazione ma da una volontà precisa di denunciare lo stallo. Un anno e mezzo fa, il 14 febbraio 2024, la maxi rotatoria era stata inaugurata come l’inizio di una svolta viabilistica, presentata con orgoglio come un’opera capace di fluidificare il traffico e migliorare, soprattutto visivamente, l’ingresso in città. Ma oggi è ancora lì, incompiuta, con le erbacce che avanzano indisturbate tra le barriere. Le giornate passano senza vedere operai, e il degrado si insinua, rendendo quell’area più simile a un cantiere abbandonato che a un’opera in via di completamento.
IL VERDE NON SI VEDE
L’ultima variante al progetto, difesa dall’assessore Civati come un arricchimento estetico — «mettere prato invece che cemento in alcuni angoli» — doveva portare una ventata di verde e sostenibilità. Ma quella che doveva essere una miglioria è rimasta un’idea sulla carta: nessun prato, nessun cambiamento, solo un simbolo di immobilismo che alimenta le critiche. In questo clima arriva la rivelazione di Domenico Esposito. Il consigliere comunale di Forza Italia, rompendo ogni cautela politica, racconta: «Per finire i lavori la giunta avrebbe deciso di cedere all’impresa la scuola Zucchi di Cartabbia, un immobile comunale valutato 360mila euro. È un patrimonio pubblico che si perderà, un bene che avrebbe potuto essere messo a disposizione delle tante associazioni che operano sul territorio, ma che con ogni probabilità diventerà residenziale». Esposito ci mette anche la componente emotiva, «perché la Zucchi non è solo un edificio: è un pezzo di storia locale. Generazioni di cartabbiesi ci hanno studiato, compresi personaggi noti che hanno portato prestigio alla città». Per Esposito, «non sono semplici mura: sono ricordi, relazioni, identità. E noi rischiamo di cederla come fosse un magazzino vuoto».
BARATTO CON L’IMPRESA
Il filo rosso che unisce la sorte dell’edificio e il cantiere bloccato appare così evidente: «Per riattivare una rotatoria che doveva essere pronta in pochi mesi, si rischia di barattare un simbolo della comunità». Un’operazione che, se confermata, potrebbe segnare non solo il futuro della viabilità, ma anche una perdita di parte della memoria collettiva. Intanto, largo Flaiano resta immobile, le erbacce crescono e i cartelli di protesta ricordano che la pazienza dei cittadini si sta esaurendo.
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