VIOLENZA FAMILIARE
Aggredita a colpi d’ascia, chiede di vedere il marito
Scampata alla furia dell’uomo, ora vuole fargli visita in carcere: «Non so di cosa vivere»
Ha vissuto il remake di Shining, barricata in camera da letto con figlia, genero e suocera è riuscita a scampare alla mannaia del cinquantaquattrenne.
Ma come se nulla fosse successo, ieri la donna ha presentato al gip Piera Bossi l’istanza per poter fare visita al coniuge, rinchiuso in carcere da sabato notte. Anni di maltrattamenti - raccontati da lei - e di vessazioni cancellati in pochi giorni di lontananza e dal rischio che l’uomo resti dentro a lungo. «Non so di cosa vivere», avrebbe ammesso la vittima.
Che stia meditando di ritrattare le accuse e di ricomporre il nucleo familiare? Può essere, lo fanno in tante. Ma il reato di maltrattamenti, così come configurato dal facente funzioni di procuratore capo Nadia Calcaterra, è procedibile d’ufficio e non a querela. Se anche la cinquantenne decidesse di perdonarlo, le indagini non si potrebbero comunque fermare.
Alla luce di queste considerazioni il giudice Bossi ha respinto la richiesta di colloquio, autorizzandola solo al genero dell’indiano, muratore cinquantaquattrenne già interrogato dal gip. Difeso dall’avvocato Fiorella Ceriottisi è avvalso della facoltà di non rispondere. Ma stando a quanto ricostruito dai carabinieri, allertati dalla moglie che a ogni colpo di ascia sulla porta sentiva la morte sempre più vicina, all’origine di tanta violenza ci sarebbe l’alcol.
Whisky per l’esattezza, «mio padre pasteggia a whisky», ha raccontato agli inquirenti la figlia diciottenne, che a sua volta è già mamma. «Inizia a bere quando torna dal lavoro, intorno alle 18 e perde completamente il controllo».
Quando la gradazione etilica supera la soglia dell’ebbrezza l’uomo vomita rabbia e aggressività. Ogni pretesto è buono per insultare, minacciare, pestare moglie e figlia. Da tre mesi, come se non bastasse, a casa loro era arrivata pure la madre di lui ed è un dato di comune esperienza che la presenza di una suocera innalzi il livello di conflittualità nelle coppie. E così sabato sera si è riproposto il solito copione. Il cinquantaquattrenne è rientrato dal lavoro e ha iniziato a sorseggiare il suo whisky.
Bicchiere dopo bicchiere, l’irascibilità è cresciuta. Sono partite le urla, gli insulti, le minacce di morte. All’improvviso l’indiano ha afferrato un’accetta e un coltello da cucina e si è messo a rincorrere tutti e quattro i familiari. Rifugiarsi in camera chiudendo a chiave non è però servito, perché il muratore aveva l’intenzione di abbattere la porta e sfogare la sua ira. L’intervento delle pattuglie di Vergiate, Sesto Calende e Gallarate ha scongiurato il rischio strage. Ma ora la moglie sente il bisogno di parlargli.
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