A1 FEMMINILE
«Uyba, ti lascio il mio sorriso»
Gennari saluta Busto dopo quattro anni: «Cambio per crescere: sfida con me stessa»
Spesso accade che anche le più belle storie d’amore possano ad un tratto finire. Come quella tra l’Uyba e Alessia Gennari, che dopo quattro intense stagioni si sono dette addio.
Una separazione ricca di affetto e riconoscenza reciproca: una società che ne ha fatto una delle giocatrici simbolo, un’atleta che ha sempre mostrato grande attaccamento alla maglia.
Diffusasi la notizia, i tifosi bustocchi l’hanno sommersa d’affetto. Se l’aspettava?
«Temevo la reazione del popolo biancorosso perché quando una storia finisce c’è sempre una parte ferita. Invece ho ricevuto solo attestati di stima e riconoscenza che mi hanno stupito. Vedere che hanno apprezzato il mio lavoro dentro e fuori dal campo mi rende orgogliosa».
Pensando alla Gennari arrivata nel 2017, ora che lascia Busto Arsizio come si vede?
«Sento di essere cresciuta e di essermi affermata come giocatrice di alto livello ma anche come donna. All’Uyba sono stata valorizzata sotto il profilo umano, per questo mi sono legata così tanto all’ambiente e alla società. E quando stai bene riesci a far vedere la parte migliore di te».
Se dovesse scegliere un solo scatto che rappresenti la sua storia in biancorosso, quale sarebbe?
«Proprio in questi giorni ho provato a raccogliere le foto più significative ma sono tantissime. Quelle degli abbracci in campo con Orro e Herbots, quando ho alzato la CEV Cup e poi l’ultima: ho stampato una gigantografia della foto di gruppo dopo la vittoria col Vakifbank».
La sua sofferta decisione di lasciare l’Uyba risale a qualche tempo fa. Sarebbe cambiato qualcosa se avesse avuto oggi la possibilità di scegliere?
«La nostra scalata ha cambiato le condizioni, ma la mia scelta è legata ad un discorso personale oltre che professionale. Nonostante abbia pensato più volte di restare all’Uyba fino a fine carriera, ho sentito che era arrivato il momento giusto per cambiare e per crescere. Ho voluto uscire dalla comfort zone, lasciare una squadra alla quale ho dato tutto per vedere se altrove riuscirò a riconfermarmi: è una sfida con me stessa».
Se dovesse scegliere lei a chi consegnare i galloni da capitana, a chi li darebbe?
«Sono molto affezionata alla fascia, è motivo di orgoglio ma anche una bella responsabilità, soprattutto a Busto Arsizio, dove il capitano ha un certo peso a livello umano. In campo la darei a Poulter che è una grande lavoratrice e una trascinatrice. Fuori dal campo penserei a Mingardi: sarebbe un’occasione per responsabilizzarsi».
Sembra che Lucia Bosetti possa essere la principale indiziata a prendere il suo posto all’Uyba. Come la vedrebbe?
«Per come è strutturata la squadra c’è bisogno di una giocatrice con caratteristiche più da seconda linea e lei è una delle migliori nel suo ruolo. Inoltre, un’italiana in più fa molto comodo nel roster; l’ago della bilancia saranno le sue condizioni fisiche».
Nel passaggio dal biancorosso ai colori di Monza ci sarà spazio per l’azzurro?
«Dopo cinque anni vivrò di nuovo un’estate con la Nazionale. Per me vuol dire molto e ce la metterò tutta per conquistare le Olimpiadi».
Cosa lascia a Busto Arsizio?
«Vorrei lasciare innanzitutto il mio sorriso e poi un esempio di professionalità a chi verrà dopo».
Che cosa porterà invece con sé?
«Tanti successi, mille ricordi e poi tutto quel che mi hanno dato le persone speciali che compongono la società».
© Riproduzione Riservata


