Lavoro
Boeri (Inps): boom licenziamenti giusta causa non è per Jobs Act
Crollo dimissioni volontarie online da parte lavoratori stranieri
Milano, 21 ott. (askanews) - Il boom dei licenziamenti per giusta causa o giustificato motivo soggettivo, emersi dagli ultimi dati dell'Inps, non è dovuto al Jobs Act ma piuttosto alla norma sulle dimissioni volontarie che bisogna fare online utilizzando il Pin sul sito del Ministero. Lo ha sottolineato il presidente dell'Inps, Tito Boeri, a margine di un convegno all'Università Cattolica.
"Quando siamo andati a guardare i dati più a fondo sui licenziamenti per giusta causa - ha spiegato Boeri - abbiamo visto che il grosso dell'incremento era legato ai lavoratori stranieri soprattutto a partire dal marzo 2016 e non è quindi il Jobs Act, le cui date importanti sono gennaio e marzo 2015. Nel marzo di quest'anno invece c'è stata la norma sulle dimissioni volontarie che bisogna fare online utilizzando il Pin dell'Inps sul sito del Ministero. Si è visto - ha proseguito Boeri - che soprattutto per i lavoratori stranieri, ma anche per gli italiani, c'è stato un crollo delle dimissioni volontarie, in contemporanea con questa crescita dei licenziamenti per giusta causa soggettiva". "Quello che pensiamo sia successo, e che stiamo ancora approfondendo, è che tra alcune etnie c'è un numero molto basso di persone con il Pin, quindi - ha spiegato ancora Boeri - visto che era complicato fare le dimissioni online, riteniamo che si siano accordate con il datore di lavoro, spesso della stessa etnia, per dichiarare dei licenziamenti per giusta causa soggettiva".
"Questo ci insegna che bisogna lavorare molto per migliorare l'accesso da parte dei lavoratori stranieri alla procedure online del ministero del Lavoro, traducendo almeno tutto in inglese - ha concluso Boeri - Bisogna poi fare, e lo stiamo già facendo, una campagna per aumentare il numero dei lavoratori che hanno il Pin".
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