LA POLEMICA
Il Pd al sindaco: «Chiarisca»
Galimberti chiamato a rendere conto del caso Molina dagli stessi democratici. Pignone: «Il cda della Fondazione abbia la dignità di dimettersi». E Cattaneo attacca Campiotti: «Assenza grave e inaudita. La Regione indaghi»
«Caro sindaco, ti aspettiamo all'Assemblea cittadina di tutti gli iscritti del Pd, per dissipare tutte le inutili ombre provocate dal chiacchiericcio sul rapporto tra Comune di Varese e Fondazione Molina e sul presunto apparentamento elettorale con la lista che sosteneva Stefano Malerba».
«SINDACO A RAPPORTO»
La richiesta proviene dal renziano Giancarlo Pignone, membro del direttivo provinciale del Pd. Che poche ore dopo l'invito a Galimberti di presentarsi allo stesso Direttivo provinciale del Pd, corregge il tiro, ribadendo l'invito ma cambiando il luogo deputato al chiarimento: «Il sindaco chiarisca la propria posizione all'Assemblea cittadina di tutti gli iscritti al Pd».
Il motivo? L'intervento di Luca Paris che non ha gradito la chiamata a rapporto del sindaco davanti al Direttivo, facendolo presente a chiare lettere su Facebook: «Non risulta che il Direttivo provinciale abbia convocato Galimberti - ha scritto - e non c'è stato avallo a quest'iniziativa da parte del segretario regionale».
«A questo punto - taglia corto Pignone, andando oltre il confronto interno al Pd - non è più tollerabile che il presidente di una Fondazione importante come il Molina tenga in scacco il sindaco al punto che non vi sia neppure una presa di posizione pubblica. Davide Galimberti è un iscritto del Pd e deve rendere conto del suo operato politico anche a chi ha contribuito alla sua vittoria. Io credo nella lealtà e nella trasparenza di Galimberti e sono certo che lui tiene a che la sua gestione di Palazzo Estense sia nei fatti, e non solo nei proclami, leale e trasparente nei confronti di tutti i varesini. La sua mancata presa di posizione sulla mancanza di trasparenza e di lealtà nei confronti di chi governa il Molina, non è più tollerabile. Ecco perché, avute le prime risposte da Ast e Regione, credo che il sindaco debba delle spiegazioni sia agli elettori, sia a chi appartiene al suo stesso partito».
Quanto al Cda del Molina, Pignone non ha dubbi.
«I partiti di riferimento dei tre membri hanno già provveduto a sfiduciarli. Christian Campiotti si è sfiduciato da sé, mancando di adempiere alle più elementari regole di trasparenza per un ente sì di diritto privato ma che incassa svariati milioni di euro d’accreditamenti dalla Regione Lombardia. Dunque, a mio avviso, l’intero Cda della Fondazione dovrebbe avere il buon gusto e la dignità di dimettersi immediatamente e di rispondere nelle sedi competenti di un operato sin qui affatto trasparente».
«CAMPIOTTI? ASSENZA GRAVE E INAUDITA»
«L’annunciata decisione da parte dei vertici della Fondazione Molina di non presentarsi quest’oggi in Commissione Sanità è di una gravità inaudita ed è del tutto incomprensibile: hanno evidentemente voluto scegliere la via della opacità anziché quella della trasparenza, che sarebbe servita a tutti. Un comportamento di questo tipo è spiegabile soltanto pensando agli scenari più cupi: quando c’è un atteggiamento reticente è perché c’è qualcosa da nascondere».
Questo è invece il commento del presidente del Consiglio regionale della Lombardia, Raffaele Cattaneo che oggi ha partecipato all’audizione del vertici sanitari varesini nella terza Commissione regionale Sanità e Servizi sociali.
«C’è la necessità di fare chiarezza su questa vicenda - dice Cattaneo - alla luce del fatto che, come confermato dai vertici dell’Ats, il 45% delle entrate della Fondazione è rappresentato da finanziamenti regionali: i lombardi attraverso i rappresentanti in Consiglio regionale hanno tutto il diritto di sapere come sono state spese o investite queste risorse e se vi sono stati altri comportamenti discutibili. Per questo motivo, ho proposto al Presidente della Commissione Sanità, Rolfi, di avviare un’indagine conoscitiva, come previsto dal Regolamento e dallo Statuto del Consiglio regionale, proprio per poter acquisite tutti gli elementi utili e diradare la nebbia che si è creata attorno alla Fondazione Molina e per avere finalmente la trasparenza richiesta rispetto a questo caso. La Regione - conclude il presidente del Consiglio regionale - non ha paura di conoscere la verità e mi auguro che anche il sindaco di Varese voglia fare altrettanto mettendo in atto iniziative concrete per ottenere la dovuta trasparenza su questo caso, in passato sempre chiesta dal Partito Democratico».
Ampio servizio sulla Prealpina di giovedì 27 ottobre.
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