LA TESTIMONIANZA
«Credevo di essere morta»
Le parole della donna scampata miracolosamente al crollo di Albizzate in cui sono morti una mamma e due dei suoi figli

Venerdì il pubblico ministero Nadia Calcaterra ha dissequestrato l’area della tragedia di via Marconi, ieri, sabato 25 luglio, dopo la commemorazione a un mese dalla tragedia il sindaco Mirko Zorzo ha emanato l’ordinanza per mettere in sicurezza strada ed edifici e a questo punto non resta che lasciare ai periti il tempo necessario per capire cosa abbia provocato il crollo del cornicione che uccise Fouzia Taoufiq e i suoi figli, Yaoucut di quattordici mesi e Soulaymane di cinque anni. Già a fine settembre gli esiti potrebbero essere depositati in procura.
Il capofamiglia Nourredine Hannach e il figlio superstite Adam si sono già mossi in vista della costituzione di parte civile, nel frattempo la donna sopravvissuta per miracolo alla valanga di calcestruzzo ha nominato l’avvocato Lara Paladino per tutelare propri diritti. «Credevo di essere morta», ha raccontato la quarantenne di Cassano Magnago al suo legale.
Il 24 giugno la cassanese stava già uscendo dall’ufficio in cui lavora quando una collega la trattenne per qualche secondo per una comunicazione. Fu la sua salvezza perché pochi millimetri oltre la soglia sarebbe stata sommersa dallo smottamento. «All’improvviso mi sono sentita colpita alle spalle da qualcosa che non riuscivo a percepire. Sono stata scaraventata a terra, con il busto all’interno dell’ufficio. Solo quando le colleghe si sono accovacciate per accertarsi delle mie condizioni ho capito di essere viva. Sono rimasta intrappolata sotto le macerie per almeno un’ora con dolori atroci».
L’avvocato Paladino non ha dubbi: «La mia assistita è una miracolata. I medici hanno spiegato che solo per pura fortuna non ci sia stata la compromissione del midollo». E per i prossimi due mesi dovrà sopportare la costrizione del busto.
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