IL LUTTO
Amine, il premio e i palloncini lanciati dai compagni
Lo studente morto annegato a Ispra aveva ricevuto il riconoscimento di miglior calciatore al torneo scolastico

Un lancio di palloncini a scuola per ricordare Amine Toufik, il ragazzo di quasi 21 anni (li avrebbe compiuti fra poco, il 19 giugno) morto annegato domenica scorsa a Ispra, durante un pomeriggio di relax sul lago Maggiore. Il giovane, iscritto all'indirizzo elettricista all'Isis Newton di via Zucchi a Varese, stava per affrontare gli esami di Maturità insieme ai compagni, che si sono ritrovati nell'istituto per ricordarlo. Una tragedia che ha scosso la dirigenza, i docenti, il personale e i ragazzi, con cui aveva condiviso il triennio dopo l'arrivo dalla provincia di Salerno, a Battipaglia, dove ancora oggi risiedono i genitori e gli altri fratelli. La famiglia, di origine marocchina, è partita subito alla volta di Varese, dove Amine era arrivato da qualche anno, ospite di uno zio, per iniziare la sua vita.
STUDIO, CALCIO E LAVORO
Lo studio, l'amore per il calcio (era stato appena premiato come miglior giocatore al torneo scolastico disputato a Gavirate), le prospettive professionali da programmare subito dopo il diploma. Intanto si dava da fare lavorando in una pizzeria a Leggiuno, senza dimenticare l'impegno sociale a Ispra, sulle orme dello zio volontario di Protezione civile. Tanti sogni spazzati via in un pomeriggio di inizio estate: «Una tragedia immensa per tutti noi.
IL RICORDO
Amine era un ragazzo determinato, tenace, sempre sorridente e disponibile, molto amato, si era ripreso completamente dopo un grave infortunio per cui era stato anche in coma due anni fa - dice con commozione il dirigente scolastico Daniele Marzagalli -. Studiava e lavorava per sostenere la famiglia: l'istituto organizzerà una raccolta fondi in sua memoria. I compagni hanno voluto ricordarlo lanciando in aria dei palloncini, con le maglie della squadra di calcio, nei giorni in cui devono affrontare la Maturità». Un momento mitico per tutte le generazioni dopo cinque anni di fatiche e condivisione: un momento che alle Superiori di via Zucchi sarà vissuto nel dolore per questa assenza incolmabile.
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