SERIE A
Caja, la “sua” Varese e i tifosi
Il coach ripercorre la costruzione del roster e pensa al campionato: «Deprimente senza pubblico»
Attilio Caja è pronto a tornare in palestra per plasmare la nuova Openjobmetis nata all’ombra di Luis Scola. Il coach pavese racconta così le sue sensazioni a 10 giorni dal raduno biancorosso: «Siamo vogliosi di riprendere l’attività e vedere sul campo quello che avevamo pensato a tavolino, con l’entusiasmo generato dall’arrivo di Scola e dalla voglia di misurarsi con un momento importante della carriera dei tanti giovani del gruppo. Luis darà a tutti una grande carica di entusiasmo: lo spirito con cui lavora da solo e si tiene in forma è giovanile ed è contagioso nei confronti dei compagni, dando fiducia e tranquillità a tutto il gruppo».
Su quali basi è stata costruita la nuova OJM?
«Puntavamo ad un trascinatore sul perimetro, poi quando si è sviluppata la chance Scola i giocatori importanti sono diventati due. Con l’uscita di scena di Rich abbiamo dovuto cambiare direzione: se si concretizzerà l’operazione Douglas sarebbe una valida correzione, anche se con caratteristiche diverse, più costruttore ma meno terminale di Jason. E questo aumenta le possibilità per gli altri compagni di farsi valere ed apprezzare».
Play titolare italiano: una decisione coraggiosa puntando su un giocatore del giro azzurro.
«Con Ruzzier abbiamo fatto una scelta importante: in quel ruolo potevamo puntare su uno straniero, ma abbiamo ritenuto di investire su un giocatore che considero potenzialmente come miglior playmaker d’Italia. La nostra è stata una scelta convinta su un elemento che può fare un ulteriore salto di qualità: Michele è solo a metà del suo percorso con la chance di arrivare ad alto livello, spero che a Varese possa raggiungere una caratura internazionale. E alle sue spalle c’è De Nicolao, che ha una taglia importante e dopo aver fatto bene da esordiente in A2 può fare bene anche al piano di sopra. Se poi dovessimo concretizzare con Jacovics sarebbe una garanzia per tutti perché ha già dimostrato le sue doti uscendo dalla panchina».
Scola e Douglas le certezze, Andersson e Morse le scommesse?
«Per riuscire ad effettuare gli investimenti importanti sulle due punte abbiamo dovuto prenderci alcuni rischi. Nelle due annate precedenti avevamo costruito squadre omogenee, stavolta abbiamo optato per una strategia diversa. D’altra parte Morse ha caratteristiche utili ma parte dietro Scola che fa reparto da solo; Andersson ha doti intriganti da verificare in Italia, ma dietro di lui c’è capitan Ferrero che permetterà a Denzel di crescere viste le più ampie garanzie che ci ha dato negli anni, aggiungendo sempre qualcosa in più ogni stagione alle sue prestazioni».
Altra novità l’ala piccola “a due teste”.
«Strautins ha un telaio di livello internazionale, toccherà a me collegare motore e chassis per consentirgli di sfruttare appieno il suo potenziale. Discorso analogo per De Vico, che viene da tre annate nelle quali non è stato soddisfatto di quello che ha fatto: qui ha una occasione importante con un allenatore che lo considera, deve far tesoro di quello che è accaduto negli anni scorsi e sfruttare la chance».
Come vede la nuova serie A?
«Alla faccia della crisi, il campionato si è molto, ma molto livellato verso l’alto. Mi auguro veramente che si parta a 16, per diluire maggiormente il rischio retrocessione con altre due squadre del nostro livello. A fianco delle big che si sono confermate, ci sono squadre come Pesaro e Fortitudo Bologna che hanno alzato decisamente l’asticella. Sarà dura, ma per tutti e non solo per noi: ci metteremo il nostro grande entusiasmo con Scola che fungerà da galvanizzatore. Speriamo che tutto questo si possa fare col pubblico: ho visto le finali della Liga ACB e la serie A di calcio, giocare senza tifosi è deprimente...».
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