LA CERIMONIA
Cento volte Pro Patria
Un secolo di vita e al Teatro Sociale sfilano passato, presente e futuro della società biancoblù
La Pro Patria ha festeggiato la sera di ieri, giovedì 28 febbraio i suoi primi cento anni: una favola lunga un secolo. Con l’augurio di altri cento di questi anni.
Un Teatro Sociale gremito di tigrotti di oggi e di ieri (giocatori, dirigenti, allenatori, tifosi) ha fatto da cornice alla grande festa del Centenario della Pro Patria.
A un secolo esatto dalla fondazione, la famiglia biancoblù si è ritrovata per celebrare il compleanno più importante. Con una formula originale: far narrare la storia della Pro, decennio dopo decennio, ai tigrottini del settore giovanile. Come una favola, dal “c’era una volta il 28 febbraio 1919” fino ad oggi, l’era della presidentessa bustocca Patrizia Testa. Gli anni dell’orgoglio ritrovato. Un racconto affascinante suggellato dalla standing ovation di tutto il teatro.
Anche il numero uno della Lega Pro, Francesco Ghirelli, è arrivato a Busto per omaggiare il Centenario.
«Spero di ridare credibilità alla Lega Pro come Patrizia Testa l’ha restituita alla Pro Patria.
Questa società è un patrimonio della Serie C».
Presentata dal responsabile comunicazione Nicolò Ramella, la serata è vissuta sul filo delle emozioni, tra parole, ricordi e immagini. Ad applaudire in platea, anche il sindaco Emanuele Antonelli (con sciarpa biancoblù al collo), col vice Isabella Tovaglieri e gli assessori Farioli, Magugliani e Maffioli.
Scatta l’ovazione quando sale sul palco la squadra con lo staff tecnico: per un attimo il “Sociale” si trasforma nello “Speroni”.
«Siamo orgogliosi di far parte della vostra storia» dice un emozionato Mario Santana.
«Siamo silenziosi e umili come il nostro capitano - aggiunge mister Ivan Javorcic -. Credo che la Pro Patria sia un bell’esempio per tutto il mondo del calcio».
È il momento dei premi: per il recordman di presenze (389) Pippo Taglioretti, Carlo Regalia (unico ad aver ricoperto alla Pro il ruolo di giocator, allenatore e dirigente), il dirigente Riccardo Guffanti (era presente il figlio, premiato da Alberto Armiraglio) e la straordinaria carrellata di tutti i tigrotti che hanno collezionato più di cento presenze in maglia biancoblù.
Meritati omaggi anche per chi non c’è più: il primo capitano Pio Mara (presente il nipote Beppe Marcora), il re dei goleador Carlo Reguzzoni.
Scrosciano applausi a scena aperta per Patrizia Testa (con tanto di coro «C’è solo un presidente») che premia il d.s Sandro Turotti: «Mi ha preso per mano guidandomi nel mondo del calcio, è lui l’artefice di questa Pro Patria».
Poi il presidente richiama sul palco Javorcic, ringraziandolo e regalandogli una maglia col il 23, il numero indossato da calciatore.
C’è anche un pizzico di commozione quando salgono sul palco i familiari di Adelio Lello Crespi, indimenticabile ex giocatore e allenatore tigrotto.
Manda un video-messaggio di auguri pure Pierre Aubameyang, il campione dell’Arsenal cresciuto nelle giovanili della Pro.
Si chiude con gli ultimi premi: alla stampa, ai tifosi, allo scrittore Giorgio Giacomelli, a Francesco Ghirelli.
La storia continua, sulle ali di un grande passato.
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