L’INCHIESTA
L’ispettore spazza via i dubbi
’Ndrangheta lonatese, indagato dalla Procura di Milano, Rigolio ha risposto ai pm: equivoco lampante

Si è serenamente seduto davanti ai carabinieri, delegati per l’interrogatorio, e ha risposto a ogni domanda senza esitazioni e chiarendo ogni aspetto che potesse apparire controverso: l’ispettore del commissariato Giancesare Rigolio in tutto quel calderone dell’indagine contro la cosca ‘ndranghetista di Lonate Pozzolo c’entra come un cavolo a merenda. Cioè nulla.
Difeso dall’avvocato Fausto Moscatelli, il poliziotto non solo non si è avvalso della facoltà di non rispondere, ma ha anzi dimostrato che si tratta di un grosso equivoco.
Secondo i pubblici ministeri della Direzione distrettuale di Milano, uno degli indagati tutt’ora in cella - G. V., tecnico specializzato nelle intercettazioni - avrebbe cercato di ottenere attraverso Rigolio informazioni su un nominativo, per la precisione sull’ex compagno di un’amica.
Tra l’altro per un motivo banale: conoscere la residenza per potergli inviare documenti.
Sta di fatto che dalla postazione informatica di Rigoglio è risultata un’interrogazione allo Sdi, ossia alla banca dati riservata alle forze dell’ordine, proprio sul nome che interessava a V.. Che oltretutto nel frattempo aveva già risolto autonomamente.
In virtù di questo passaggio anomalo gli inquirenti milanesi hanno deciso d’inserire anche l’ispettore nell’elenco dei soggetti che popolano l’ordinanza.
Ma, innanzitutto, V. - che è difeso dall’avvocato Luca Abbiati - e il poliziotto non si sono neppure mai incrociati per sbaglio. Non si conoscono proprio.
Rigolio ha chiarito che sul nominativo in questione è stato solo svolto un approfondimento investigativo che tra l’altro non ha avuto alcun sviluppo. Non un accesso abusivo ma solo un accesso per ragioni di servizio.
Del resto questa era l’unica contestazione mossa dalla Procura di Milano, gli inquirenti non hanno mai ipotizzato un contatto né diretto né indiretto con la cosca cirotana o con altre organizzazioni criminali.
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