A PROCESSO
50 euro alla prof per il 6 alla figlia
Mamma tenta di corrompere docente di matematica al Crespi e finisce in tribunale
Alzi la mano chi non ha avuto un figlio un po’ duro di comprendonio in qualche materia. Quelli della categoria «è intelligente ma non si applica», o che semplicemente hanno un’idiosincrasia per una particolare disciplina o una riluttanza allo studio per un periodo anche breve della carriera scolastica.
Ma a quanti genitori salterebbe mai in mente di aggiustare la pagella con una prebenda all’insegnante? Alla cinquantenne di origini albanesi finita nel registro degli indagati per istigazione alla corruzione l’idea è venuta e l’ha pure messa in pratica.
Nei giorni scorsi il pubblico ministero Nadia Calcaterra ha chiuso il fascicolo e si prepara a chiedere verosimilmente il rinvio a giudizio entro venti giorni, durante i quali la donna potrà presentarsi con l’avvocato per l’interrogatorio. L’episodio risale a fine maggio dell’anno scorso, liceo Crespi sullo sfondo, docente “ostile” una prof di matematica che la sufficienza alla studentessa quattordicenne non l’avrebbe mai concessa per oggettive carenze della ragazza. Mancavano pochi giorni alla fine dell’anno, il debito formativo - quindi la prospettiva di trascorrere l’estate su formule e operazioni - era ormai una certezza.
La mamma, forse per evitare il disonore o le spese per le ripetizioni, pensò quindi di andare a colloquio dall’insegnante e giocarsi il tutto per tutto. Nella borsa aveva la classica bustarella, emblema stesso della corruzione tipica di un sistema di cleptocrazia. All’interno c’era il denaro che secondo lei avrebbe persuaso la professoressa a trasformare il 4 in un 6.
«Tenga, così si compra il caffè», avrebbe detto con il fare complottista e compiaciuto di chi crede di essersi comprato un pubblico ufficiale. Investendo appena 50 euro, tanti erano i soldi offerti sotto banco. L’insegnante però nemmeno aprì la busta, anche se dentro ci fossero stati 5mila euro lei non l’avrebbe comunque saputo: avvisò subito i vertici dell’istituto e le forze dell’ordine, il caso approdò sulla scrivania del pm Calcaterra e ora la parola spetterà a un giudice.
Che fine abbia fatto la quattordicenne, a cui certo non si possono attribuire responsabilità vista la giovane età, non si sa. Bocciata? Promossa? Trasferita? Di sicuro c’è che il 6 l’anno scorso non lo prese. Ricevette però una lezione che da sua madre non avrebbe mai appreso: la corruzione non è il passepartout per ogni porta. Non per quelle del liceo Crespi quanto meno.
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