SCUOLA
Presidi: la rivoluzione è servita
Pochi uomini, rinforzi dal Sud. Riunione e presentazione fra i nuovi dirigenti e gli uscenti. Il neo-provveditore Carcano: «La vostra sfida sarà lasciare un segno»

Rivoluzione presidi in città, dopo l’estate di interrogativi e le tante caselle vuote da riempire. Chi lascia, chi subentra, chi resta, chi si ritira. Sono numerose le novità dell’anno scolastico ormai alle porte. Il rischio maggiore non è di perdersi fra circolari e direttive, ma di perdere l’umanità che la scuola deve avere.
Perciò, ieri pomeriggio, nella biblioteca interna al liceo Crespi, tutti i dirigenti scolastici che hanno preso servizio in questi giorni a Busto si sono trovati per darsi il benvenuto, stringersi la mano, anche banalmente dare un volto a un nome. In diciotto si sono seduti in cerchio e si sono presentati, come fossero studenti al primo giorno di scuola.
Nella posizione di fare l’appello era Giuseppe Carcano, nuovo dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale.
Si è limitato a presentarsi a sua volta anche se molti già lo conoscevano: nel 1999 era stato preside di Renato Solemi, che ora va in pensione dopo 15 anni alle Tommaseo. «Non è un momento scontato. Si lavora sempre a ritmi serrati e c’è poco tempo per tutto. Degli uscenti sento con piacere la sensazione che provano di avere lasciato un segno, quale che sia, nella loro scuola. Ovviamente non parlo di una martellata sul muro», ha affermato il provveditore, come è ancora chiamato dall’assessore Gigi Farioli, da vero conservatore anche a livello linguistico. C’era anche lui e lo accompagnava Daniela Marelli, dirigente comunale al settore formativo.
Era l’occasione per lanciare le prime proposte e accennare a qualche tema sensibile come l’edilizia scolastica, da sviluppare in altra sede.
A fare gli onori di casa, da coordinatrice dell’ambito sud della provincia, Cristina Boracchi ha invitato tutti a una breve presentazione. Finalmente i nomi hanno avuto un volto e viceversa, in particolare per quanto riguarda gli istituti comprensivi. A prendere il posto di Solemi alle Tommaseo-Prandina è Cristina Parisini, campana in tutto ma bustocca di nascita: la madre è di Borsano.
Alle Morelli-Schweitzer la reggenza di Boracchi finisce e il testimone passa ad un’altra campana, Armida Truppi da Benevento. Anche per lei è un ritorno: vent’anni fa lavorò da docente precaria alle Bertacchi, poi ad Angera per tornare infine in Meridione con il posto di ruolo.
Da un’esperienza Miur arriva invece Leandra Negro che ora dirige il Cpia che ha sede dietro le Pertini: settore di frontiera che la stimola molto. Mosca bianca in quanto rappresentante del genere maschile è il nuovo preside delle Galilei-Parini: Massimo Valentino è architetto e viene da Palermo; non conosce Busto ma piuttosto la Lombardia; è uno dei vincitori dell’ultimo concorso che si è spostato volentieri. Oltre a lui, per le quote azzurre, diciamo così, è rimasto solo Paolo Maino alle De Amicis. Un altro preside a lasciare e anche a rubare la scena con un discorso da incorniciare, è Andrea Monteduro, che dopo vent’anni al liceo artistico Candiani e quasi altrettanti da maestro sta ora imparando a farsi da parte: «Lasciare andare e scoprire che può funzionare anche senza di te mi dà un grande sollievo. Quando riuscirò anche a gestire il senso di colpa che questo sollievo mi dà, sarò davvero a posto. Mi aiuta sapere che lascio la scuola in buone mani».
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