L’ALLARME
Truffatori con la scusa legionella
Raggiri a raffica, specie a Borsano, approfittando dell’emergenza. «Non aprite»
La legionella, oltre ai problemi sanitari, trascina con sé anche la nuova frontiera della truffa. Purtroppo è così: in questi giorni di emergenza e preoccupazione, approfittando della situazione di alta tensione, c’è un gruppo di ladri (sono solitamente tre, che si spostano su un’auto grigia) che cerca di intrufolarsi nelle case con la scusa di dover controllare le tubature.
Ormai, con i tanti avvertimenti lanciati dalle forze dell’ordine, sono relativamente pochi coloro che cascano nei raggiri quando qualcuno si presenta con la scusa di verificare genericamente la rete idrica. Ma adesso, con l’insidia del batterio ben evidente e balzata al centro delle cronache, a qualche bustese non è sembrato così strano che ci siano tecnici che debbano fare delle verifiche. E purtroppo, dalle parti di Borsano, una coppia di anziani li ha fatti entrare con la convinzione di poter aiutare le ricerche sull’origine della legionella in corso da una settimana e si è ritrovata senza più oro e gioielli. Perché la tecnica non è poi così differente da quella che ormai da anni flagella il territorio: i falsi addetti, una volta in casa, distraggono i proprietari chiedendo stracci e dando indicazioni sul potenziale pericolo, così mentre un ladro parla, un altro si sposta in camera da letto e in soggiorno per frugare nei cassetti ed arraffare soldi e preziosi.
Specialmente il sud della città (che, paradossalmente, è anche il meno colpito dal batterio) è stato preso di mira dalla banda di truffatori, che hanno cercato di entrare anche in alcuni appartamenti di via Canton Santo e Cilea, sempre con la stessa scusa della legionella per farsi aprire.
Le forze dell’ordine sono state avvisate, ma nessuno è riuscito ad annotare un numero di targa che avrebbe potuto dare la svolta alle indagini. In ogni caso l’allarme è già stato fatto risuonare e anche il locale gruppo di Controllo di vicinato sta tenendo sott’occhio il rione. Lo stesso vale anche per gli altri quartieri, in cui i tre malviventi potrebbero spostarsi a breve.
Ieri anche Agesp ha diffuso una nota per segnalare la presenza di questi parassiti dell’emergenza.
«Non aprite la porta di casa a chi si spaccia per tecnico della nostra azienda, perché noi non effettuiamo questo tipo di controlli», è il succo della comunicazione. E, in effetti, sono soltanto Ats Insubria e Alfa ad occuparsene, ma sempre con tesserino identificativo e preavviso, oltretutto solo nelle case in cui ci sono stati i contagi, oppure negli impianti pubblici.
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