DOCCIA FREDDA
Busto, mensa scolastica sospesa alle Pontida
Alla base della decisione la mancanza di sorveglianza. I genitori: «Siamo in difficoltà»
Doccia fredda alle scuole Pontida. La chiamano così, trattenendo la stizza, i genitori degli alunni che a pochi giorni dall’inizio delle lezioni hanno portato a casa una comunicazione che nessuna famiglia avrebbe voluto vedersi recapitare: a partire da inizio ottobre il servizio mensa sarà sospeso. Il motivo, a quanto ricostruito dagli stessi genitori, risiederebbe nel fatto che né la scuola né il Comune abbiano predisposto per tempo il personale di sorveglianza, necessario a garantire la presenza degli alunni in sala mensa.
Il nocciolo della faccenda si troverebbe negli accordi presi tra il Comune e l’azienda vincitrice dell’appalto del servizio mensa cittadino, la Sodexo, che non prevederebbe la fornitura del personale di sorveglianza, lasciando a ogni scuola l’onere di organizzarsi di conseguenza.
Almeno, è quanto gli stessi genitori hanno potuto ricostruire della faccenda che li ha portati ora sul piede di guerra, lamentando un disservizio che rischia di mettere alle corde intere famiglie, impossibilitate o quasi a prelevare i figli da scuola in orario di pranzo per riportarceli un’ora dopo, per un paio di ore pomeridiane.
«Le voci su una possibile soppressione del servizio mensa erano circolate già dal primissimo giorno, ma mai avremmo pensato che davvero si arrivasse a tanto e nel giro di appena una settimana», riferisce Corinne Baschirotto, rappresentante e portavoce dei genitori alle elementari Pontida, che a quanto pare non sono le sole scuole della città ad accusare qualche problema con il servizio mensa già dalla prima settimana di scuola, se è vero com’è vero che il profilo social del sindaco Emanuele Antonelli è stato subissato da commenti negativi e rimostranze a tema in occasione dell’inaugurazione dell’anno scolastico alle Tommaseo.
«Per quanto ci riguarda non siamo alla ricerca di un colpevole né tanto meno di un capo espiatorio. Non sappiamo se ci siano state delle inadempienze da parte della scuola o piuttosto del Comune. Fatto sta che la sospensione del servizio mensa è una decisione estrema, che ci mette tutti in grave difficoltà. Semplicemente non si può chiedere a gente che lavora, e che nella maggior parte dei casi ha smesso di fare smart-working o ha ritrovato il lavoro dopo un periodo di disoccupazione a causa del Covid, di andare a prelevare i figli in sostituzione di un’ora di mensa per due o tre volte a settimana. Con i nonni che magari abitano lontani e che anche se coinvolti non farebbero in tempo a portarseli a casa, che già li dovrebbero riportare a scuola. In definitiva ciò che chiediamo alla dirigenza è di ripensarci e al Comune, in particolare al sindaco che ha avocato a sé la delega all’istruzione, di farsi carico della cosa, magari incaricando una cooperativa».
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