IL CASO
Cerro Maggiore, ex cava: scontro in Consiglio
Continua il dibattito sul futuro dell'area

Le parti restano distanti e il dibattito si va ad infervorare ulteriormente. È la situazione dopo il Consiglio comunale cerrese che si è svolto nella serata di ieri, lunedì 9 giugno, in forma aperta al pubblico, per discutere sul progetto di recupero ambientale per chiudere la ex cava ancora rimasta a lato della ex discarica della Baraggia. L’assemblea comunale ha avuto una massiccia partecipazione di pubblico nella piccola aula consiliare del municipio di via San Carlo. Molti sono rimasti nei corridoi ascoltando il dibattito da fuori e una sessantina di cittadini almeno hanno seguito la seduta in streaming.
Il clima era molto avvelenato con la maggioranza del sindaco Nuccia Berra decisa a portare avanti la sua proposta di recupero con la proprietà privata riempendo il sito con terre, rocce di scavo e sottoprodotti rientranti nella cosiddetta “Tabella B”e il Comitato No Discarica, viceversa contrario, sostenuto da varie proposte alternative tra cui la realizzazione di un impianto fotovoltaico in fossa.
Nel frattempo il Comune ha avviato la Conferenza di servizi. «Questa era necessaria per definire che quell’area abbia le caratteristiche urbanistiche per poi presentare dei progetti che, rispetto al permesso di costruire già esistente, possano essere presentati in Città metropolitana di Milano e quindi procedere con la seconda Conferenza di servizi», ha detto l’assessore Alessandro Provini. In tutto, oltre alla principale, sono pervenute 13 proposte alternative che guardano al fotovoltaico, a mini impianti idroelettrici, a un data center containerizzato, a piani di naturalizzazione dolce, alla forestazione in fossa e quant’altro.
Dal Comitato hanno parlato del Consiglio aperto come di una “farsa” «Poco prima dell’inizio del Consiglio, l’amministrazione ha tenuto, anticipandola di un giorno rispetto ai tempi concordati, la riunione conclusiva della conferenza dei servizi sul progetto del Polo Baraggia – hanno tuonato i “No Discarica” - Un atto gravissimo, che ha svuotato di significato ogni confronto pubblico. Le proposte, le osservazioni, il coinvolgimento dei cittadini: tutto è stato ridotto a una formalità, perché l’accordo con il privato era già chiuso».
© Riproduzione Riservata