27 ANNI DI ATTESA
Cerro, quali materiali per riempire la discarica?
Torna di moda una querelle che si prolunga dalla fine del conferimento dei rifiuti
«Ma quale vittoria?»: continua a far discutere il protocollo di intesa tra il comune cerrese e due soggetti privati per chiudere, per sempre, il “buco” della cava del terzo lotto della ex discarica Baraggia con terre, rocce di scavo e una parte di inerti, oltre alla creazione di una parco fotovoltaico.
CERRO DICE SÌ, RESCALDINA NÌ
L’amministrazione del sindaco Nuccia Berra ha già deliberato l’ok al protocollo, che arriva poco prima del voto comunale del 14 e 15 maggio. Il comune di Rescaldina che dovrebbe sottoscrivere l’accordo non è convinto e potrebbe anche non farlo. Ora ad attaccare la giunta uscente di Cerro Maggiore ci ha pensato il gruppo locale del Movimento 5 Stelle (che, peraltro, ha deciso di rimanere fuori dal gioco delle elezioni). «Sono diversi i punti inaccettabili relativi a questo accordo, primo su tutti il tipo di conferimenti che verranno portati per chiudere l’enormità della fossa ad oggi presente - hanno fatto sapere - La società Ecoceresc, che già non ha rispettato i precedenti accordi stipulati tra i comuni di Cerro Maggiore, Rescaldina e Città Metropolitana, chiede di poter conferire materiali che, pur rientrando nei termini di legge, sono a tutti gli effetti sostanze pericolose che risultano incompatibili con la vita. Il progetto iniziale, infatti, di creare una rinaturalizzazione in fossa, ovvero un parco come ad esempio quello degli Aironi a Gerenzano, diventa inattuabile proprio a causa di queste sostanze e viene trasformato in un parco fotovoltaico, di proprietà del privato, ad appannaggio del privato e che creerà utili al solo privato».
CROMO ESAVALENTE, CIANURI E FLUORURI
La proprietà Ecoceresc già con la vecchia convenzione (col conferimento di sole terre e rocce di scavo) riuscì a coprire appena il 3% di quasi 2 milioni di metri cubi di volume. A preoccupare i pentastellati sono i materiali che potrebbero finire nel sito: «Da quelle che dovevano essere terre e rocce da scavo, arriviamo a sottoprodotti di inerti che potrebbero contenere cromo esavalente (sette volte di più rispetto all’accordo precedente), arsenico (da 20 a 50), piombo (da 100 a 1000), cianuri (da uno a 100) e fluoruri (in concentrazioni oltre 20 volte superiori)». Insomma, il progetto, continua a non convincere.
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