I REDDITI DEI POLITICI
Cornacchia il più ricco del Palazzo
Il consigliere del PdL stacca i colleghi coi suoi 116mila euro annui netti (nel 2010). Lo tallona Francesco Speroni (105mila euro). Nessun reddito per la Tovaglieri e Chierichetti fa lo gnorri

Il più ricco della politica bustese, redditi alla mano (quelli relativi al 2010), è Diego Cornacchia. Avvocato, presidente del consiglio comunale, è uno dei due rappresentanti delle istituzioni locali che – una volta pagate le tasse – raggiunge la doppia cifra in termini di liquidità incassata al termine dei dodici mesi: 116mila euro netti è il suo guadagno pulito dalle imposte, da aggiungere alla proprietà dell’intera Villa Leone in via 20 Settembre, del suo ufficio, di una Lexus 3000 nonché la comproprietà di altri locali e di un posto auto a Torre del Lago, vicino a Viareggio.
Vince lui la classifica degli incassi dopo la pubblicazione di redditi e stati patrimoniali dei trentadue componenti di giunta e consiglio comunale sul sito internet comunale. Tutto questo a conclusione di un gesto di trasparenza imposto dallo statuto e a cui hanno risposto tutti quanti, tranne il rappresentante pidiellino Luigi Chierichetti. E ovviamente, da quando i dati sono divenuti di dominio pubblico, è scattato il chiacchiericcio, perché fare i conti in tasca agli altri – spesso se sono politici – è uno sport diffusissimo. E allora via alle classifiche, che piazzano al secondo posto l’eurodeputato leghista Francesco Speroni. Per lui poco meno di 106mila euro di reddito netto, un paio di appartamenti posseduti per metà, tre macchine e una moto. Comunque anche altri colleghi bustesi non se la passano male. Ad esempio c’è l’assessore Laura Mira Bonomi (92.200 euro) prima fra i componenti dell’esecutivo, forte di entrate dalla professione di architetto che superano quelle ricevute quando faceva il sindaco di Turbigo. Dietro di lei un altro avvocato, cioè Mario Crespi (88.288 euro), quindi bisogna uscire di nuovo dalla giunta per trovare un l’ennesimo legale (categoria ricorrente nella top ten) cioè Angelo Verga (81.208 euro), un altro ancora come Walter Picco Bellazzi (66.965 euro) e quindi un veterinario, vale a dire Livio Pinciroli (66.303 euro).
Ma le graduatorie si posso guardare anche dal fondo, per scoprire chi siano i consiglieri più poveri. In questo senso – escludendo i giovani padani Marco Albertini (1.700 euro) e Isabella Tovaglieri (nessun reddito), al tempo ancora studenti – c’è Erica D’Adda del Pd che non tocca i 12 mila euro e gira in Panda. Poi c’è Max Rogora, ambulante, ma almeno padrone di una casa a Legnano, di una Lancia Y e di due motociclette. Ed è proprio scorrendo i beni dichiarati che spuntano le curiosità maggiori.
Il sindaco Gigi Farioli, ad esempio, prende praticamente 45mila euro l’anno dalla carica che ricopre (quand’era in consiglio regionale viaggiava al triplo di adesso) e ha solo la sua Bmw e un nono di una casa a Santa Maria Maggiore, mentre il suo delegato Mario Crespi possiede una lunga lista di beni: due appartamenti con altrettante autorimesse, la metà di una casa a Stresa, quindi un negozio e il 50% di un altro.
Fra i consiglieri ce ne sono alcuni dalla lista di possedimenti lunghissima. E’ il caso di Verga, titolare (o comproprietario) di case a Busto (dove ha anche un ufficio), Temù, Rapallo e Salerno.
Anche Picco Bellazzi non scherza: possiede un edificio intero, divide un appartamento al 50% con la moglie così come due box, una casa a Ospedaletti (Imperia) e due terreni a Cameri, nel Novarese, possedendo altresì una Bmw e una Porsche Carrera del 2002.
Alessandro Chiesa del Pdl, invece, guadagna pochino rispetto alla media (23mila euro) ma ha tre "mezzi" immobili a Diano Marina, nonché una casa a Busto e la metà di due terreni. Il medico – anche lui berlusconiano – Paolo Genoni, oltre all’abitazione in città, ne ha una a Gressoney. E Marco Cirigliano, di Sel, è l’unico a non avere un’automobile intestata.
Dai numeri spuntano anche altre curiosità: il reddito bassissimo di Gianni Buzzi (17mila euro da commercialista, non era ancora in giunta), quello consistente di Gian Pietro Rossi (58mila euro, ma incide senz’altro il vitalizio da parlamentare) e il fatto che Luciano Lista sia l’unico componente dell’esecutivo che percepisca la metà dell’emolumento base poiché ha deciso di continuare a fare allo stesso tempo il finanziere.
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