CORONAVIRUS
Tre casi in provincia di Varese
La mappa di Regione Lombardia. Come si affronta l’emergenza all’ospedale di Busto Arsizio

Per giorni il Varesotto ha vantato l’assenza di contagi da coronavirus, ieri mattina il primo paziente positivo si è registrato all'ospedale di Busto Arsizio. Un uomo di 74 anni, che vive in città con la famiglia, a quanto pare nella frazione di Borsano, si è presentato al Pronto soccorso con febbre e problemi respiratori. È stato subito preso in carico, senza alcuna attesa: il primo test ha dato risultato positivo ed è scattato il trasferimento al reparto Malattie Infettive.
L’ANNUNCIO DI MONTI
La notizia si è diffusa in città a partire dalle 11, quando Emanuele Monti, consigliere regionale della Lega alla guida della Commissione Sanità, ha voluto dare l’annuncio tramite un video sul suo profilo Facebook. Il sindaco Emanuele Antonelli, che è anche presidente della Provincia di Varese, era stato allertato all’inizio della mattina. Il prefetto Enrico Ricci e il dg dell’Ats Insubria, Lucas Maria Gutierrez, si sono confrontati a lungo, per chiarire quante persone dovranno essere sottoposte a tampone: tutta la famiglia, ovviamente, e i contatti avuti negli ultimi giorni. Inoltre, si cerca di capire quale legame ci possa essere con altri focolai, in particolare con quello del Basso Lodigiano.
LA CERCHIA DEI CONTATTI
«Le condizioni, dal punto di vista clinico, sono stabili - spiega Eugenio Porfido, direttore generale dell’Asst Valle Olona - Il 74enne è risultato positivo a coronavirus al primo test; il risultato del secondo, quello che darà conferma della patologia, arriverà tra qualche giorno. Per quanto riguarda la parte epidemiologica, il pensionato vive in famiglia. So che ha moglie e figli, quindi si parte da lì. E dalla cerchia dei contatti».
ISOLAMENTO IN REPARTO
Qualcuno ha lasciato trapelare il malumore espresso dai familiari per l’isolamento nel reparto protetto. Ma la positività del test e la sintomatologia specifica non lasciavano alternative. È vero che c’è stata opposizione al rigido protocollo applicato? «Non ho contezza di questo. Ci può stare, considerando l’età - risponde Porfido - Gli anziani, per mia esperienza, vedono quel reparto come una sorta di punizione, vivono male queste esperienze. Ma ci sono da affrontare tosse, febbre, polmonite e altre patologie con cui il paziente già faceva i conti prima».
ATTIVAZIONE DI ALTRI LETTI
Avete idea di come abbia contratto il coronavirus? «Non sono chiari i legami con altri casi, dipende dalle abitudini familiari, ma non compete a noi verificare. Noi abbiamo sanificato tutti gli spazi in cui il paziente è passato, secondo le procedure indicate». Attualmente in Malattie Infettive ci sono 19 letti, quelli in dotazione al reparto. «L’area è già strutturata con gli opportuni filtri, non necessariamente si sta in isolamento - continua Porfido - Possiamo accogliere quattro pazienti in Rianimazione, in box separati, nel caso ci fosse necessità di isolamento. Entro sabato o al più tardi lunedì partirà l’attivazione di altri letti, su presidi periferici, dove accogliere pazienti che hanno sintomi di tipo respiratorio ma non risultino positivi, sono i cosiddetti casi sospetti. Agiremo così per non gravare sul Pronto soccorso».
NON CREIAMO ALLARMISMI
Intanto, qui e nelle altre sedi dell’Asst, le sale di emergenza si svuotano: niente codici bianchi né verdi. «Il carico di accessi si è notevolmente ridotto - dice il dg - si registra una flessione anche nelle prestazioni ambulatoriali. È importante chiarire con la popolazione come procediamo: il paziente ha una certa età, affronta altre patologie, ma sta bene ed è collaborante. Non creiamo allarmismi. La stragrande maggioranza di questi casi si risolve in maniera autonoma o sviluppa forme polmonari, la quota di chi necessità di ventilazione è bassa».
COSÌ A VARESE
«Oltre il caso di Busto, la provincia di Varese non è interessata. Ma temo che nei prossimi giorni si possa verificare quanto avviene nelle altre province e occorra fronteggiare quanto potrebbe avvenire», ha dichiarato nella conferenza stampa a Palazzo Lombardia nel pomeriggio il professor Paolo Grossi, direttore delle Malattie Infettive dell’Asst Sette Laghi. In serata, però, Regione ha annunciato in totale tre casi nel Varesotto. Ma ai Sette Laghi non risultano altri tamponi positivi. Secondo la mappa diffusa da Regione Lombardia nella serata di venerdì 28, sono 29 le persone risultate positive al coronavirus in provincia di Milano, il 5% dei 531 contagiati lombardi. In base agli ultimi dati comunicati dalla Regione Lombardia, Lodi è la prima provincia per numero di contagiati (182, 34%), seguita da Cremona (123, 23%) e da Bergamo (103, 19%). In provincia di Pavia i casi sono 49 (9%), a Brescia 13 (2%). Chiudono la mappa del contagio Sondrio e Varese, con tre casi per ciascuna provincia, mentre il 4% dei tamponi positivi (20 persone) è in fase di verifica. In serata non risultavano però altri pazienti ricoverati in provincia di Varese a parte quello in trattamento .
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