IL VERDETTO
Abusò di tre ragazze: undici anni
Sentenza della Cassazione per Domenico Piccolomo, fratello del killer delle mani mozzate
Diventa definitiva la condanna a carico di Domenico Piccolomo, fratello dell’ergastolano Giuseppe, tristemente noto per il delitto delle mani mozzate di Cocquio Trevisago e per l’uxoricidio di Marisa Maldera.
Nella tarda serata di mercoledì 14 novembre, la terza sezione della Corte di Cassazione a Roma ha infatti confermato integralmente la sentenza a 11 anni di reclusione emessa la scorsa primavera della prima Corte di Appello di Milano nei confronti del 58enne pugliese di Cuveglio, sotto processo per tre distinti episodi di violenza sessuale aggravata che hanno avuto come vittime altrettanti minorenni, tra le quali la figlia di primo letto, oggi 30enne, della sua compagna.
Confermata dunque anche la scelta dei giudici di appello di ridurre la pena dai 16 anni originariamente stabiliti dal gup del Tribunale di Varese Alessandro Chionna al termine di un giudizio con rito abbreviato (e dunque con lo sconto di un terzo della pena).
A suo tempo, la Corte d’Appello aveva dato parzialmente ragione all’avvocato Giovanni Caliendo, il difensore, che aveva posto l’accento sul fatto che proprio i presunti abusi sessuali subiti dalla ragazza, quando non era ancora 16enne, da parte del compagno della madre, risultavano prescritti già dal 2017 essendo risalenti a non meno di una dozzina di anni prima. Diretta conseguenza dell’intervenuta prescrizione il taglio consistente della pena di primo grado a carico di Domenico Piccolomo, chiamato ora a saldare il suo debito con la giustizia per le altre due molestie commesse in tempi più recenti ai danni di altre altrettante ragazze, entrambe di 16 anni.
Con il venir meno del capo d’imputazione, tra l’altro, i giudici di appello avevano anche eliminato le statuizioni civili previste, vale a dire i 15 mila euro di risarcimento del danno riconosciuti alla parte offesa, che non senza fatica aveva riproposto le accuse mosse al patrigno. Accuse che, vale la pena ricordarlo, 10 anni prima erano state archiviate su richiesta della Procura di Varese.
Per il resto, il verdetto d’appello aveva invece mantenuto intatte le altre due ipotesi di reato a carico di quello che, ancora ieri, è stato definito un “predatore seriale”, per le violenze sessuali compiute e tentate. Infine, la Corte distrettuale aveva inoltre confermato i risarcimenti civili per le due parti offese (una provvisionale di 15 mila euro a testa), entrambe assistite dagli avvocati Furio Artoni e Alessandra Siri (che difendeva anche l’altra vittima), nonché cinque anni di misura di sicurezza che saranno applicate a Domenico Piccolomo una volta scontata la pena in carcere.
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