LA MOTIVAZIONE
«Dileggio dei morti», niente sconto a Manfrinati
Pubblicate le motivazioni della sentenza del Tribunale di Varese

Marco Manfrinati non ha mostrato «alcuna rivisitazione delle proprie azioni, negate, sminuite o, all'opposto, fieramente rivendicate... Mai un'assunzione di responsabilità che desse mostra di un postumo rincrescimento per il patema suscitato, quanto piuttosto, come è stato per il biglietto di condoglianze, il tentativo lugubre di fare udire la propria voce beffarda, finanche dal carcere, per insistere, una volta di troppo, nel tormento dei vivi passando per il dileggio dei morti». Così, nella sentenza depositata nei giorni scorsi, il giudice Luciano Luccarelli motiva la scelta di non applicare sconti di pena all'imputato pur riconoscendo l'esistenza di attenuanti generiche, considerate però «subvalenti» rispetto alle aggravanti.
L'ex avvocato Manfrinati è infatti stato condannato, alla fine di maggio, a quattro anni, cinque mesi e venti giorni di reclusione per il reato di stalking nei confronti dell'ex moglie Lavinia Limido, della madre di lei, Marta Criscuolo, e del padre Fabio Limido, ucciso a coltellate dallo stesso Manfrinati il 6 maggio 2024, giorno in cui ha anche aggredito Lavinia (il processo in Corte d'assise per omicidio e tentato omicidio è ancora in corso e riprenderà giovedì 11 settembre con l'esame delle persone offese). Il biglietto di cui parla il magistrato è quello, «macabr», inviato dal carcere ai famigliari di Limido per esprimere, «con toni sfacciatamente sardonici», le proprie «sentite condoglianze per la dipartita di quel brav'uomo».
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