IL TRAGUARDO
Emilia, i suoi 101 anni e quel giorno che non suonò l’allarme
La signora Tisato festeggiata a Gavirate. Il ricordo del bombardamento su Milano dell’agosto 1943

Circondata dall’affetto dei familiari e del personale della Fondazione Bernacchi – con il presidente Franco Interdonato e la consigliera Lorena Luini –, Emilia Tisato ha compiuto serenamente ieri – martedì 3 giugno – i 101 anni. Un traguardo ragguardevole di una vita che è stata all’insegna del lavoro, dell’amore per la sua famiglia e della sua terra. È felice di ricevere il periodico del suo paese, “Valli del Pasubio”. Le sembra di essere ancora là, in quel luogo di cui persino ricorda i sassi. La sua descrizione ricca, aiutata da una memoria viva e dal modo di parlare sicuro, ha come cornice gli occhi luminosi e i gesti garbati. Sorride felice quando parla dei suoi ricami, di cui ha una abbondante e raffinata produzione, alla quale ha potuto dedicarsi nell’età della pensione.
Ha ricordi vivi, che sente la necessità di condividere, tanto hanno lasciato un segno nella sua vita. Risalgono a quando aveva “l’età della marmellata”, espressione curiosa oggi, ma non in tempo di guerra: cioè quando l’età inferiore ai 18 anni le dava il diritto ad avere con la tessera annonaria la confettura. Ebbene, proprio allora, dal suo paese era scesa a Milano a curare i bambini dell’ingegnere Antonio Salto. Ha ancora scolpito nella memoria il bombardamento dell’agosto 1943 e soprattutto il fatto che non era suonato l’allarme. «È stato terribile – racconta –. Ho visto gli aerei dalla finestra. Afferrate le borse preparate per questa eventualità, mi sono trascinata giù al rifugio assieme ai bambini. Mi chiedo ancora oggi come abbia fatto ad arrivare per prima!».
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