Francia: no all’estradizione del terrorista varesino
Raffaele Ventura, 64 anni, fu protagonista degli “anni di piombo” con altri brigatisti. Il giudice Salvini: «Un’offesa alle vittime»
Dalla Corte di Cassazione francese arriva il no all’estradizione in Italia dei 10 ex terroristi rossi che sono riparati in Francia dopo gli “anni di piombo”. Tra questi, figura anche Raffaele Ventura, varesino, classe 1949, rifugiatosi a Parigi dall’ormai lontano 1983.
I dieci erano stati tutti arrestati, nell’aprile 2021, nell’ambito dell’operazione “Ombre rosse”, che ha sancito - in qualche modo - la fine della cosiddetta “Dottrina Mitterand”, in nome di una stretta collaborazione, soprattutto politica, tra Italia e Francia. Ma già qualche giorno dopo i loro arresti, gli ex terroristi erano stato rimessi in libertà.
ESCALATION DI VIOLENZA
Chi fosse allora Ventura lo ha raccontato qualche tempo fa il giudice milanese Guido Salvini in un’intervista esclusiva a Prealpina: «Ventura era uno dei capi dell’Autonomia milanese che a metà degli anni Settanta aveva deciso il passaggio diretto alla violenza. Il corteo del 14 maggio 1977 da cui in via De Amicis a Milano senza alcuna giustificazione si aprì il fuoco contro la polizia, provocando la morte del brigadiere Antonino Custra, costituì un salto di qualità e aprì la strada a omicidi e gambizzazioni che da quel momento divennero più frequenti. Tra gli sparatori guidati da Ventura c’erano Marco Barbone che organizzò l’omicidio del giornalista Walter Tobagi e, raffigurato in una famosa fotografia mentre spara in mezzo alla strada, Giuseppe Memeo, uno degli esponenti dei Proletari Amati per il Comunismo che insieme a Cesare Battisti ha poi commesso una serie di omicidi a sangue freddo».
«In quel corteo, Ventura, nel suo ruolo di capo, incitò gli sparatori ad aprire il fuoco contro gli agenti come si vede benissimo nelle fotografie - aveva aggiunto il giudice Salvini -. Per l’omicidio di Custra è stato condannato in via definitiva a 18 anni».
«DECISIONE CHE OFFENDE LE VITTIME»
Secondo il giudice Salvini, la decisione della Cassazione francese di confermare il no all’estradizione dei dieci ex terroristi italiani «offende le vittime, perché quelli celebrati in Italia sono stati processi equi».
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