IL CASO
Prostitute, nuova invasione
Sempione, sesso e proteste: il benzinaio finisce in crisi come chi ha attività notturne

Tante, anzi tantissime. Africane, ma anche slave. Le prostitute sono tornate in forze sul Sempione, da cui in realtà non si erano mai allontanate davvero, nonostante i tentativi delle forze dell’ordine. Ma il punto è che la bella stagione ne sta richiamando ancor più del passato, puntellando da cima a fondo il tratto del Sempione che va dai Cinque Ponti sino a Gallarate. Segno che il mercato c’è.
L’assessore alla sicurezza Max Rogora, che aveva proclamato la guerra allo sfruttamento dei corpi femminili il giorno del suo insediamento in Comune, fa scorrere i messaggi che arrivano alla mail del comando di polizia locale, oppure direttamente sul suo cellulare.
E l’elenco delle lamentele non è solo composto da cittadini e famiglie che invocano più decoro nella zona in cui risiedono.
Ci sono persino le attività commerciali che funzionano la sera a chiedere un intervento urgente.
«Perché io divento matto - spiega l’assessore - quando il benzinaio, quello che ha la sua stazione invasa da ragazze che si lanciano per il piazzale alla ricerca di clienti, si ritrova con gli incassi del self service azzerati ogni mattina».
D’altronde è chiaro che, in quel contesto, nessuno o quasi si ferma più, se non chi è in cerca di sesso a pagamento. E lo stesso vale per il maxiristorante al confine gallaratese, «da cui mi hanno già chiamato quattro volte per dirmi che non è possibile avere le prostitute in vetrina, come se fosse Amsterdam».
La stessa richiesta di aiuto la rivolgono a decine pure i residenti delle varie palazzine o case che si affacciano sull’attività di meretricio. Compresi quelli di alcune strade limitrofe al Sempione, perché le straniere presidiano anche la via Sacro Monte, oppure la via Dei Sassi che conduce all’ospedale, passando accanto ai campi da tennis.
Lì c’è chi parla addirittura di uno sterrato in cui «si consuma sesso sul cofano delle auto», offrendosi alla vista dei passanti, come se nulla fosse. Molto affollata è pure la rotonda, dove le macchine dei clienti in fermata per fissare il prezzo rischiano di creare incidenti. Solo il recente avvio dei lavori al parco Sempione ha invece sbarrato l’accesso all’area del fronteggiante posteggio, ma alle prostitute è bastato attraversare la strada per continuare fare il loro mestiere.
Di fronte a tutto ciò, si cerca di fare il possibile, con i pochi strumenti a disposizione.
Così, se da un lato commissariato e carabinieri avviano periodicamente indagini per puntare al bersaglio grosso, ovvero agli sfruttatori, il comando dei vigili svolge un forcing abbastanza frequente per colpire gli automobilisti che si fermano ad abbordare le ragazze, comminando imbarazzanti sanzioni per intralcio alla circolazione, provando insomma a disincentivare il fenomeno con l’unica arma esistente. Ma, dopo mesi di attività, effetti concreti non se ne vedono. E il Sempione resta ancora la strada del sesso in vendita, con buona pace di chi ci abita e ci lavora.
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