L’INDAGINE
«Pago e lo faccio ammazzare»
Pestaggio nel bosco, la influencer e il fidanzato minacciati dal pusher luinese

«Adesso vediamo come si vive terrorizzati... adesso mica è finita, conviene trasferirsi lontano»: è uno dei messaggi che fa da sfondo all’aggressione nel bosco, di cui è rimasto vittima Mattia Crosta, legato a un albero con nastro adesivo e fascette e poi picchiato.
A lui era indirizzato quel whatsapp, glielo aveva inviato Daniele Del Monte riferendosi a Omar Ampolo.
Una minaccia indiretta, quella del ventiquattrenne luinese che riusciva a intimidire chiunque, con i suoi giri di stupefacenti, la fama di avere sempre un’arma a portata di mano, i modi molto bruschi. La voce che circolava nel gruppo era che Daniele avesse deciso di eliminare Omar commissionando l’omicidio a sicari adeguatamente pagati.
E Crosta, vittima del pestaggio, ritenuto responsabile di «un’infamata», stava nel mezzo, con un ruolo di mediazione tra il ventiduenne e il luinese. Possibile che l’agguato che Omar gli ha teso a Cascina Costa sia stato la reazione al comportamento ambivalente del giovane, nel timore che Del Monte potesse davvero ammazzarlo.
Possibile che Omar temesse che Del Monte potesse fare del male anche alla sua fidanzata, Christina Bertevello, la giovane che impazza su Instagram? Al momento non si può affermare: Ampolo - che come Del Monte è agli arresti domiciliari dal 12 dicembre - è comparso davanti al gip Piera Bossi per l’interrogatorio di garanzia. Difeso dall’avvocato Stefano Bettinelli, ha però preferito avvalersi della facoltà di non rispondere. Poi toccherà alla blogger presentarsi dal giudice, anche lei assistita da Bettinelli. Non è da escludere che la ragazza - sottoposta al solo obbligo di firma - decida di spiegare e chiarire la sua posizione.
Nei prossimi giorni sarà la volta del quarto indagato, il ventiduenne marocchino Amine El Kassouar, difeso dall’avvocato Alberto Talamone. Gli accertamenti dei carabinieri - coordinati dal pubblico ministero Susanna Molteni - ora si estendono su nuovi fronti.
Perché a casa di Daniele Del Monte, che è assistito dal padre Paolo, avvocato del foro di Milano, è stato sequestrato dell’anomalo materiale esplosivo. Un ordigno rudimentale, sette candelotti Thunder, due sacchetti di nitrato di potassio. Cosa ne avrebbe fatto? Aveva forse intenzioni di usarli per intimidire Ampolo?
A quanto pare da giorni il luinese minacciava il ventiduenne, convinto che fosse lui l’autore del furto di un portafoglio con duemila euro.
Il 14 novembre Ampolo chiese a Crosta un incontro per parlargli dell’equivoco, sperando che intercedesse a suo favore. Crosta - che a sua volta era debitore di Ampolo - all’appuntamento fece arrivare però anche Del Monte, il quale picchiò Ampolo con il calcio di una pistola. «Mi voleva far bere un acido per farmi dire la verità ma io il portafogli non l’ho preso», spiegò successivamente Ampolo parlando con El Kassouar e piangendo. La paura era tale che nei giorni successivi lui e Christina si trasferirono dal papà. Le pressioni non cessavano e il 16 novembre sfociarono nell’imboscata allo stesso Crosta, considerato traditore.
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